Energia, quanta ne consumiamo?
Dapprima l’utilizzo del fuoco (energia termica) come fonte di calore da parte dell’Homo erectus, in seguito l’utilizzo dell’energia dei propri muscoli (energia muscolare), infine l’energia eolica e quella idrica. Sono queste le primitive forme di energia che l’uomo ha utilizzato per far nascere l’agricoltura, l’allevamento, la metallurgia ed altri progressi tecnologici.
Vien dunque facile pensare che la storia dell’energia sia lunga quanto quella del genere Homo. Ed è facile capire quanto essa ci abbia accompagnato durante i secoli, con un particolare impulso a seguito delle due rivoluzioni industriali che garantirono l’utilizzo di nuovi fonti di energia, quella fossile, a base di combustibili che oggi sappiamo essere limitati.
Quest’ultima riflessione nel XX secolo ci ha portato a pensare a forme nuove di energia derivanti da combustibili “inesauribili”, rinnovabili appunto. Risorse come il vento, l’acqua, il sole, che per certi versi rappresentano un ritorno alle prime forme di energia utilizzate dall’uomo, ma in un contesto tecnologico migliorato.
Esistono ad oggi decine di forme di energia rinnovabile e non rinnovabile, ognuna delle quali avrà modo di esser presentata nella sezione di questo sito, specie quelle più “nascoste”, di cui si sa meno, che meritano una maggior attenzione. Ma quanta energia consumiamo?
UNA SOCIETÀ ENERGIVORA
Secondo il 68° rapporto della società BP (British Petroleum) dello scorso anno circa il consumo di energia, nel mondo al 2018 si sono consumati circa 13,9 miliardi di TEP (tonnellate equivalente di petrolio, un’unità di misura dell’energia basata sul potere calorifico del petrolio) di energia primaria che equivalgono a circa 160 mila TWh (Terawattora). Per “energia primaria” si intendono quelle forme di energia ricavate da fonti naturali, non derivanti da processi di trasformazione. Per intenderci, l’energia eolica è una fonte primaria, la benzina è invece un prodotto secondario, derivando dal petrolio.
Di questa immensa mole di energia consumata a detenere la quota maggiore è la Cina con il 23,6% del totale mondiale. Seguono gli Stati Uniti col 16,6% e l’India col 5,8%. L’Italia, pur consumando una quantità non indifferente di energia, ben 154,5 MTEP (l’1,1% della quota globale), ha visto ridursi nel decennio 2007-2017 il consumo di energia di un rateo medio annuale pari all’1,6%, il più alto in Europa dopo Ucraina e Grecia, probabilmente anche a causa della crisi economica successiva al 2008.
SCENARI FUTURI
Circa l’85% della quota di energia primaria nel mondo viene prodotta dall’uso di combustibili fossili (petrolio, carbone e gas naturale). In Europa tale valore scende al 74%, con le rinnovabili che forniscono poco più dell’8% dell’energia primaria consumata. Si prevede, sempre secondo un rapporto della BP del febbraio 2019, che nel 2040 le energie rinnovabili forniranno al pianeta circa il 30% dell’energia rinnovabile, cifra che in Europa supererà il 50%. Lo scenario analizzato da BP è compreso fra una “transizione rapida” alle fonti alternative rinnovabili, che garantirebbe un picco nella domanda di petrolio nei primi anni di questo decennio e un suo generale calo nei prossimi 20 anni, e un “aumento di energia” richiesta, che porterebbe invece la domanda di petrolio a crescere ulteriormente fino a raggiungere i 130 milioni di barili al giorno dai 95 attuali.
La scelta di quale strada intraprendere spetta a noi.
Fonti iconografiche e bibliografiche: pixabay.com/it
https://www.bp.com/content/dam/bp/business-sites/en/global/corporate/pdfs/energy-economics/energy-outlook/bp-energy-outlook-2019.pdf
https://www.bp.com/content/dam/bp/business-sites/en/global/corporate/pdfs/energy-economics/statistical-review/bp-stats-review-2019-full-report.pdf