Published On: Dom, Apr 12th, 2020

Orionidi, le meteore d’autunno

Ogni anno, a cavallo tra la prima decade di Ottobre e la prima decade di Novembre, la Terra interseca un torrente di detriti cosmici derivanti dalla perdita di materiale della cometa di Halley. Per effetto dell’attrazione gravitazionale, tale flusso di meteoroidi comincerà nei prossimi giorni ad interagire con la nostra atmosfera, dando luogo allo spettacolo delle meteore Orionidi. Comunemente denominate “stelle cadenti”, queste scie di luce nel cielo non hanno nulla a che fare con le stelle fisse che osserviamo nel firmamento. Esse sono prodotte da frammenti di roccia ghiacciata delle dimensioni di granelli di sabbia che, dopo aver trascorso la maggior parte del loro tempo in un’orbita ellittica del sistema solare esterno, entrano a velocità molto elevate nella nostra atmosfera.

IL RADIANTE – Ufficialmente note dal 1839, fu soltanto nel 1864 che Alexander Stewart Herschel confermò che lo sciame si originasse dalla costellazione di Orione. Più tardi, si è scoperto come si rendano visibili a partire dal 2 Ottobre sino al settimo giorno del mese successivo, con un picco quest’anno previsto il 21 Ottobre, quando si potranno contare sino a 20 meteore ogni ora. Nonostante il radiante, come detto, sia nella costellazione di Orione, la loro visione può avvenire in qualsiasi parte del cielo. Prolungando la loro scia con una linea immaginaria, tuttavia, si arriverebbe sempre alla famosa costellazione.

COME OSSERVARLE – Essendo un fenomeno sfuggente, improvviso, imprevedibile, la loro visione non necessita di particolari dispositivi, se non l’occhio umano.
Nella nostra società di consumi, dominata dalla perfezione degli strumenti, troppo spesso capita di dimenticare che l’occhio umano e il nostro cervello sono altamente perfezionati. La natura ce li offre gratuitamente e possono benissimo servire per un’indagine iniziale in campo astronomico. L’osservazione notturna, tuttavia, è differente da quella diurna. Essa richiede un adattamento che si consegue con un lento processo chimico che procura ai nostri occhi una sensibilità massima in circa 20 minuti. I luoghi maggiormente indicati sono quelli di montagna, dove l’atmosfera più rarefatta e l’assenza di inquinamento luminoso rappresentano un alleato alle osservazioni; ma andrà benissimo anche una spiaggia o un luogo di campagna, purché non vi siano fonti luminose troppo invadenti.
La loro visione ha appassionato l’uomo sin dalla notte dei tempi, che le ha contemplate, studiate e persino venerate. Sono visibili per gran parte dell’anno, ma unito al flusso di metà Agosto, complice anche il clima ancora favorevole, rappresenta sicuramente tra i più conosciuti dell’emisfero boreale.

I BOLIDI – Può capitare che qualche detrito possa avere delle dimensioni iniziali più grandi. In tali circostanze è facile imbattersi in quelli che comunemente vengono definiti “bolidi”. Un bolide, definito scientificamente meteoroide o meteora, è un frammento di roccia delle dimensioni di un piccolo sasso che entra nella nostra atmosfera a velocità molto elevata, che in talune circostanze può arrivare a superare i 237.600 Km/h. La visione di questi corpi è caratterizzata da una palla di fuoco che cade velocemente dal cielo, lasciando dietro di sè una scia di luce della durata di qualche secondo, e che solo in rarissimi casi riesce a raggiungere il suolo (in tal caso si parla di meteorite). Possono assumere varie colorazioni: dal bianco al rosso, dal verde all’arancione. In alcune circostanze possono addirittura esplodere, dando vita a lampi di luce spettacolari (denominati flare) e/o cambiare colorazione, generare un boom sonico e originare uno spettacolo memorabile per i fortunati osservatori. Questi fenomeni infatti non possono essere previsti, e in quanto tali, hanno spesso osservatori del tutto occasionali. L’osservazione di grandi bolidi andrebbe sempre riferita a centri di raccolta o ai gruppi astrofili più vicini, in modo da fornire elementi preziosi per il loro studio.

FIGLI DELLE STELLE – Segno di sventura per gli antichi, tradizione di speranza per noi contemporanei, le meteore anche quest’anno invoglieranno tanti osservatori ad esprimere un desiderio. E se anche nessuno di questi dovesse avverarsi, sarà stata un’ottima occasione per rivolgere lo sguardo verso altri mondi; mondi affascinanti che ci sovrastano, che ci appaiono tanto lontani, pur facendone noi parte.

About the Author

- E' un giornalista scientifico, regolarmente iscritto all'albo nazionale. Si occupa di cronaca scientifica e duvulgazione dal 2011, anno di inizio del suo praticantato. Sin dal 2007 ha condotto numerosi studi sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica, alcuni dei quali in collaborazione con l'ArpaV.