Gli incendi australiani hanno bruciato il 21% delle foreste. Un dato senza precedenti
LO STUDIO – Secondo uno studio apparso sul numero di Nature Climate Change a fine febbraio, gli incendi australiani non hanno precedenti nell’ultimo ventennio in rapporto alla superficie forestale bruciata, anche considerando gli altri continenti presi in esame.
Lo studio, in particolare, ha esaminato ogni stagione degli incendi negli ultimi 20 anni, scoprendo che generalmente non più del 4-5% della copertura forestale bruciava, come evidenziato nel grafico qui accanto. Nel grafico, dove sono stati analizzati alcuni biomi tipici dei continenti, si nota come il precedente record risaliva all’8-9% di area bruciata della foresta secca di latifoglie tropicale e subtropicale in Asia e Africa, particolarmente sensibile ad incendi e al degrado di natura antropica (deforestazione, pascoli intensivi, ecc…).
Nel caso in esame l’area della foresta bruciata si riferisce al bioma delle foreste di latifoglie e foreste miste temperate, tipico dell’Australia orientale, ma anche di altre nazioni che godono di un clima temperato, come la stessa Italia. L’area bruciata di queste foreste, in Australia dominate dalla presenza dell’eucalipto, è stata pari al 21%, un dato “senza precedenti” come afferma Matthias Boer, autore principale dello studio. Sempre gli autori dello studio non hanno potuto prendere in considerazione i dati degli incendi dell’isola della Tasmania, per cui si ipotizza un dato percentuale leggermente più elevato.
L’EUCALIPTO, UNA PIANTA “PIROFITA” – Prima di parlare delle cause che hanno portato la stagione degli incendi 2019-2020 ad essere particolarmente violenta, sebbene non da record per l’estensione a livello nazionale (gli incendi australiani del 1974-1975 coprirono un’area pari al 15% della superficie nazionale), è utile fare una premessa.
Gli eucalipti sono alberi, come i pini nostrani, che si sono evoluti per sopravvivere agli incendi anzi, a volte li cercano appositamente. I semi dell’eucalipto, contenuti in resistenti gusci di legno, una volta caduti dall’albero possono rimanere sepolti per anni finché la reazione innescata dal calore degli incendi non fa aprire questi gusci di legno consentendo ai semi di liberarsi e – grazie ai fertilizzanti come il potassio contenuto nelle ceneri degli incendi – germogliare.
LE CAUSE – Fra le cause degli incendi c’è sempre un mix di siccità e alte temperature. Due dati su tutti devono destare attenzione: 1) il 2019 in Australia è stato l’anno più caldo dal 1900, con un’anomalia di 1,52°C al di sopra della media 1961-1990, superando di due decimi il precedente record del 2013; 2) il 2019 in Australia è stato l’anno più secco dal 1900, con 278 mm caduti mediamente sul paese di fronte ad una media 1961-1990 di 465 mm. Il mix è risultato dunque perfetto ma non è possibile al momento affermare se sia dovuto esclusivamente al riscaldamento globale, serviranno ulteriori studi in merito.
Fonti bibliografiche e iconografiche: https://www.nature.com/articles/s41558-020-0716-1
https://knowledge.aidr.org.au/resources/bushfire-new-south-wales-1974/
http://www.bom.gov.au/climate/current/annual/aus/
https://pixabay.com/it/
Per l’immagine in evidenza: MATTHEW ABBOTT/NEW YORK TIMES/REDUX/EYEVINE