Quant’è utile la disinfezione di luoghi aperti?
Le immagini di Wuhan alle prese con la sanificazione delle strade è divenuta in pochi giorni virale. Alcune città italiane hanno cercato di seguirne l’esempio, irrorando le strade con mezzi appropriati. Tuttavia, secondo Michael Osterholm, direttore del Center for Infectious Disease Research and Policy dell’Università del Minnesota, non esiste alcuna base scientifica che attesti l’utilità di tale pratica. Anzi, secondo il ricercatore sarebbe un gesto a metà tra lo spreco e l’introduzione di disinfettanti non necessari nell’ambiente. La maggior parte della trasmissione del virus deriva dalla respirazione di goccioline che una persona infetta ha appena espirato, non da superfici dove potrebbe essere in agguato, ragione per cui nulla è più importante del distanziamento sociale. Sulla stessa lunghezza d’onda la ricercatrice Joshua Santarpia, professore associato di patologia e microbiologia presso il centro medico dell’Università del Nebraska, il quale sostiene che si tratta di principi etici più che scientifici. Meglio – a suo parere – le disinfezioni in ambienti al chiuso, quali aeroporti e ospedali. Il virus probabilmente non può sopravvivere più di qualche giorno su gran parte delle superfici, e non è chiaro se la concentrazione presente possa risultare necessaria per la trasmissione. “I detergenti per la casa sono progettati per disinfettare le superfici, non per eliminare i virus dall’aria“, ha affermato Sandy Posa, amministratore delegato di Force of Nature, una start-up che produce un disinfettante ecologico che soddisfa gli standard EPA. Il dottor Osterholm dell’Università del Minnesota ha dichiarato di aver trascorso la sua carriera medica nel tentativo di convincere le persone a essere più diligenti nel lavarsi le mani per prevenire le malattie e crede che il distanziamento sociale prevenga la maggior parte delle infezioni da Covid-19.