Published On: Lun, Apr 20th, 2020

I grandi laghi della Sila

Guardando la mappa della Calabria, nella zona dell’altopiano della Sila, saltano subito all’occhio almeno tre grandi laghi nei pressi del Parco Nazionale della Sila. Per i più curiosi la domanda sorge spontanea sull’origine di questi specchi d’acqua, se sia essa naturale o artificiale.

Andando per esclusione non sono aree di glaciazione recente o di conformazione orografica tale da fare pensare a laghi di origine post-glaciale, mentre neppure si può parlare di aree vulcaniche recenti dove gli specchi d’acqua vanno a riempire i crateri spenti e impermeabili. Dunque non resta che attribuire alla mano dell’uomo la nascita di questi bacini che oggi sono parte integrante del paesaggio montano dell’altopiano. Di certo le caratteristiche morfologiche dell’area, fra cui rocce metamorfiche e granitiche a bassa permeabilità e al contempo pendii poco acclivi, hanno favorito l’invaso di grandi quantità di acqua.

Scorrendo la mappa da nord, troviamo il lago Cecita o Mucone che è anche il nome del corso d’acqua che è stato sbarrato. La costruzione dello diga risale agli anni ’50, quando la Calabria e in generale l’Italia avviavano la fase di ricostruzioni e di nuova industrializzazione del Paese. Il lago è stato generato con uno sbarramento ad arco-gravità in calcestruzzo di 55 m e l’accumulo del bacino è pari a ben 108 milioni di metri cubi d’acqua per le quali sarebbero necessari ben 3 milioni di autocisterne per trasportarla. A valle del bacino ci sono due impianti idroelettrici per un totale di 150 MW che possono alimentare oltre 45.000 utenze domestiche e oltre 130.000 persone. Il lago Cecita si è però integrato talmente tanto al paesaggio, da sembrare un lago naturale e oggi è più conosciuto come attrazione turistica che non come invaso ad uso energetico. Il lago ha anche introdotto una valenza naturalistica all’area ed è diventato tappa per l’avifauna in migrazione, oltre ad aver creato un nuovo ecosistema che ha avvicinato altre specie che vivono a stretto contatto con gli specchi d’acqua.

Lago Arvo

Proseguendo verso sud troviamo il lago Arvo, che è stato realizzato ancor prima del lago Cecita e che nacque già alla fine degli anni ’20 con la realizzazione dei primi sbarramenti artificiali per la generazione di energia elettrica. La diga, 22 m, è stata realizzata in terra battuta e per l’epoca fu una vera e proprio diga dei record per la tecnologia utilizzata che è servita a sbarrare il corso d’acqua da cui prende il nome il lago stesso. I 70 milioni di metri cubi d’acqua che può invasare il lago non sono ad utilizzo diretto di un impianto idroelettrico, ma bensì alimentano una galleria idraulica di circa 9 km che confluisce nell’altro grande lago silano: l’Ampollino. Il lago Arvo anch’esso è ormai ben inserito nel paesaggio ed è punto di stazionamento per uccelli migratori. Altra piccola curiosità di questo bacino è che al suo interno emerge una piccola isola, residuo di una piccola collina più alta dello sbarramento stesso.

Il terzo grande bacino silano è quello dell’Ampollino che come detto in precedenza, oltre a sbarrare un corso d’acqua è collegato idraulicamente al precedente da una galleria idraulica artificiale. Proprio quest’ultimo lago fu il primo ed essere realizzato, sempre a scopo idroelettrico, già agli inizi degli anni ’20 per creare insieme al lago Arvo un complesso sistema idraulico. Da queste acque, tre impianti idroelettrici di potenza totale pari a poco più di 500 MW, sono capaci a generare ancora energia rinnovabile a 150.000 utenze domestiche e oltre 500.000 persone, pari ad un quarto della popolazione residente in Calabria. Qui la diga è stata realizzata in muratura per una altezza di  circa 30 m di andando a generare un bacino di altri 68 milioni di metri cubi d’acqua.

Anche per questo lago vale quanto detto per i laghi precedenti e cioè la forte integrazione con il territorio stesso e il

ruolo importante per la flora e la fauna della zona. Questi tre grandi specchi d’acqua, riescono ad accumulare insieme quasi 250 milioni di metri cubi d’acqua e i suoi impianti idroelettrici possono fornire energia a quasi 600 mila persone con energia rinnovabile ad emissioni zero. Probabilmente, come tanti sbarramenti artificiali in Italia, durante la costruzione saranno stati osteggiati, ma oggi nessuno si sognerebbe più di farne a meno, tanto che spesso le procedure di svuotamento per manutenzione sono complicate e non sempre viste di buon occhio. Ormai questi specchi d’acqua hanno assunto un alto valore ambientale ed insieme all’energia rinnovabile prodotta dalle centrali sono da quasi un secolo una risorsa molto preziosa per la regione. Il meraviglioso paesaggio invernale di questi laghi ricorda i laghi della Finlandia ed è simpatico accostarla ad una piccola Scandinavia del sud con il nome di Silandia.

Fonti dati tecnici impianti idroelettrici: Enel Green Power, A2A

About the Author

- Ingegnere Ambientale, laureato presso il Politecnico di Torino, si è specializzato in difesa del suolo. Oggi si occupa di progettazione di impianti ad energia rinnovabile e di sviluppo sostenibile della montagna, con focus sulla mobilità elettrica. Volontario di Protezione Civile, ama la natura, ma anche i social media e la fotografia. Per compensare la formazione scientifica coltiva lo studio della storia e delle scienze politiche. * Contatti: giuseppe.cutano@geomagazine.it * * IG: @latitude_45