Cocktail di prodotti farmaceutici nelle acque del Bangladesh
La scorsa primavera i ricercatori dell’International Centre for Diarrhoeal Disease Research, in Bangladesh, hanno iniziato a prelevare campioni d’acqua da fossati, stagni e pozzi di un’area rurale conosciuta come Matlab. Inoltre, hanno analizzato le acque di un lago e di un fiume a Dacca, la capitale, nonché città più popolosa della nazione.
L’analisi di laboratorio ottenuta con metodi analitici all’avanguardia, ha svelato un cocktail di prodotti farmaceutici e altri composti, tra cui antibiotici, antifungini, anticonvulsivanti, anestetici, farmaci antiipertensivi e pesticidi. “Non tutte queste sostanze chimiche sono state trovate in ogni luogo e talvolta le quantità rilevate erano basse, ma l’ubiquità della contaminazione è preoccupante“, afferma la scienziata Diana Aga, chimico ambientale presso UB. “Quando abbiamo analizzato tutti questi campioni di acqua, abbiamo trovato fungicidi e molti antibiotici che non stavamo cercando“, afferma Aga. “Questo tipo di inquinamento è un problema perché può contribuire allo sviluppo di batteri e funghi resistenti ai farmaci di cui disponiamo per il trattamento delle infezioni umane” ha aggiunto.
In passato a causa dei limiti tecnologici gli scienziati potevano solo testare campioni per specifici prodotti chimici mirati. Il team di Aga è stato in grado di impiegare una forma più avanzata di analisi che analizza i campioni per una grande varietà di inquinanti, controllando in questo caso più di 1.000 potenziali composti, compresi quelli che i ricercatori non si aspettavano di trovare. La scoperta di antimicrobici nelle aree urbane, tuttavia, non è stata una sorpresa, poiché queste sostanze chimiche si trovano spesso nelle urine umane e successivamente nelle acque reflue rilasciate nei fiumi.La presenza di antibiotici e antimicotici nell’acqua dei siti rurali, invece, potrebbe essere dovuta al fatto che gli abitanti usano queste sostanze chimiche per proteggere colture alimentari e animali da allevamento.
Fonti bibliografiche e fotografiche: International Centre for Diarrhoeal Disease Research, Pixabay