Le conseguenze dell’inquinamento atmosferico in gravidanza
Un nuovo studio dell’Istituto per la salute globale di Barcellona (ISGlobal), ha trovato un’associazione tra l’esposizione all’inquinamento atmosferico durante la gravidanza e ritardi nella crescita nei primi anni dopo la nascita. Lo studio spagnolo, pubblicato su Environment International, ha analizzato i dati di oltre 1.700 coppie madre-figlio del principato delle Asturie, di Guipúzcoa, di Sabadell e di Valencia, iscritti alla coorte di nascita del Progetto INMA Environment and Childhood.
I ricercatori hanno stimato l’esposizione al biossido di azoto e al particolato fine – due dei più comuni inquinanti atmosferici legati al traffico nelle città – durante il primo trimestre di gravidanza, usando modelli basati su livelli misurati nell’area di studio. È stata registrata l’evoluzione dell’indice di massa corporea (BMI) dei bambini dalla nascita all’età di quattro anni, mentre l’altezza e il peso sono stati misurati direttamente a 48 mesi.
A differenza dell’esposizione all’NO2, dove i risultati non hanno raggiunto significati statistici degni di nota, l’esposizione al particolato durante il primo trimestre di gravidanza si associata alla maggiore probabilità che il bimbo abbia un peso inferiore. I meccanismi biologici alla base degli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico sulla crescita infantile “rimangono poco chiari“, secondo la ricercatrice Martine Vrijheid, coordinatrice dello studio. “Le ipotesi che stiamo prendendo in considerazione – spiega – includono lo stress ossidativo e l’infiammazione, l’interferenza con gli ormoni tiroidei, l’induzione della morte cellulare a causa di danni al DNA e un aumento del rischio di malattie respiratorie e altri problemi di salute che potrebbero ritardare la crescita“. “Ciò che è chiaro è che gli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico iniziano nella fase prenatale, quindi le donne in gravidanza dovrebbero essere considerate un gruppo prioritario nelle politiche di salute pubblica volte a ridurre l’esposizione della popolazione all’inquinamento atmosferico“, ha concluso Vrijheid.
Fonti bibliografiche e fotografiche: Environment International, Pixabay