Published On: Lun, Apr 27th, 2020

La grotta Krubera, l’abisso più profondo della Terra

Situata nel distretto di Gagra Abkhazia, in Georgia, la grotta Krubera è attualmente l’abisso conosciuto più profondo della Terra.

Con i suoi 2197 metri sotto il livello del mare nel massiccio Arabika Gagrinsky della catena del Caucaso occidentale, rappresenta un mondo meraviglioso con molti passaggi impegnativi, fiumi e cascate. La temperatura ad una profondità di 1400 metri è di 3,5°C e l’acqua scorre su tutte le pareti della grotta, dando vita a un vero e proprio fiume sotterraneo.

Per attraversarla è necessario mettere in pratica un mix di competenze tecniche, speleologiche e subacquee. La grotta fu esplorata per la prima volta da un gruppo di ricercatori georgiani che scese sino a 90 metri.

Nel 2004, un team internazionale composto da cinquanta speleologi guidati dal russo Alexander Klimchouk, coordinatore dell’importante progetto di ricerca sostenuto anche da National Geographic, si spinse alla profondità record di 1840 metri dove la grotta pareva tuttavia continuare. Dopo poco più di un mese fu la volta di una spedizione ucraina, che continuò attraverso una serie di pozzi verticali, anguste gallerie, fiumi sotterranei e cascate.

I primi a raggiungere le profondità della grotta sono stati gli speleologi italiani Matteo Rivadossi e Giacomo Rossetti, insieme agli altri partecipanti della spedizione Zazerkalye, ma il 10 agosto 2012 lo speleologo Gennady Samokhin (originario della Crimea), raggiunse l’attuale record a -2197 m.

Nelle profondità della grotta è stato scoperto, grazie ad una spedizione scientifica iberico-russa, l’insetto che vive più in profondità della Terra, denominato Plutomurus ortobalaganensis, che ha la caratteristica di essere senza occhi e senza ali.

 

About the Author

- E' un giornalista scientifico, regolarmente iscritto all'albo nazionale. Si occupa di cronaca scientifica e duvulgazione dal 2011, anno di inizio del suo praticantato. Sin dal 2007 ha condotto numerosi studi sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica, alcuni dei quali in collaborazione con l'ArpaV.