Genova: l’era del nuovo ponte green e high-tech
Nel pieno dell’emergenza Covid19 le attività urgenti e strategiche sono continuate.
Una fra tutti è quella del cantiere per la ricostruzione del tristemente noto ponte Morandi a Genova. I lavori erano iniziati il 22 marzo 2019 ed erano trascorsi 7 mesi dalla tragedia del 14 agosto 2018. In quella tragica vigilia di ferragosto morirono 43 persone a causa del crollo del viadotto dell’autostrada A10 che attraversava il torrente Polcevera.
Oggi, però, si apre una pagina nuova e in poco più di un anno Genova in qualche modo è di nuovo unita con l’ultima campata del ponte. In queste ore è stata portata in quota la diciannovesima campata che ha unito nuovamente le due sponde del torrente che attraversa il capoluogo ligure.
La nuova struttura del viadotto è molto semplice e i suoi 1.067 di impalcato sono sorretti da 18 piloni ellittici e composti da 19 campate. Le dimensione delle campate sono di diverse dimensioni, le più lunghe di 100 m e le più corte da 26 m. La forma del ponte, disegnata dall’archistar Renzo Piano, è molto snella e lineare e vuole in qualche modo ricordare la carena di una nave.
I materiali da costruzione sono acciaio e calcestruzzo e i numeri sono importanti : quasi 30.000 tonnellate di acciaio (per armatura e carpenterie metalliche varie) e 67.000 metri cubi di calcestruzzo. Interessante anche il dato che il 100% dei prodotti di scavo è stato riutilizzato.
Dal punto di vista della sostenibilità la struttura è autosufficiente dal punto di vista energetico e grazie a pannelli fotovoltaici e batterie inserite nell’opera è possibile garantire il funzionamento della sensoristica e della illuminazione sia di notte che di giorno.
Sarà anche un ponte smart perché sarà dotato di robotistica e automazione di ultima generazione per il controllo della infrastruttura e per la manutenzione. La creazione di una banca dati permetterà di monitorare meglio la struttura è sarà la base per studi scientifici su opere similari. Vista la vicinanza al mare, sarà implementato un sistema automatico di de-umidificazione per evitare la corrosione salina.
Ora concluso l’impalcato, i lavori si spostano in quota, per le ultime finiture. La conclusione dei lavori è prevista per fine giugno in modo da riconsegnare l’opera ai genovesi e all’Italia e riaprire così questa importante arteria.
Fonti Dati :
- Salini Impregilo S.p.A
- PerGenova S.C.p.a