Isola di Coiba: i cebi cappuccini trascorrono più tempo al suolo
Attraversando un tratto oceanico di 23 Km del Pacifico orientale, un gruppo di intrepidi biologi ha raggiunto l’isola di Coiba sperando di trovare specie animali mai segnalate prima. Isolata dalla terraferma 12-18 mila anni fa, oggi è un’area naturale protetta che sorge sulla omonima isola dell’oceano Pacifico, vicino alle coste del Panama. È considerato uno degli ultimi “paradisi naturali” incontaminati e dal 2005 è patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.
Il team, composto da Meg Crofoot e Mark Grote dell’università della California, e da Caludio Monteza dell’Università di Costanza, non solo ha raggiunto l’obiettivo, ma ha inoltre scoperto un atteggiamento poco consueto delle scimmie cebo cappuccine (Cebus capucinus) presenti nell’area, più propense a trascorrere del tempo al suolo che sugli alberi.
“La maggior parte di noi ha lavorato a Barro Colorado Island (la stazione di ricerca dello Smithsonian) dove le scimmie cappuccine sono abituate alle persone, ma non le avevamo mai viste passare così tanto tempo al suolo nella foresta“, spiega Monteza. Ed effettivamente si tratta di un atteggiamento che può fornire indicazioni sul perché gli antenati degli umani discendessero originariamente dagli alberi.
Quando gli spagnoli salparono per la prima volta a Coiba nel 1516, i cronisti riferirono di un’isola densamente popolata da popolazioni indigene. Tuttavia, nel 1550 sopravvisse soltanto un piccolo insediamento di coloni spagnoli e tra il 1919 e il 2004 divenne una colonia penale dove i movimenti dei prigionieri erano limitati, lasciando gran parte dell’isola ai suoi selvaggi abitanti.
L’unico motivo di quello strano comportamento poteva essere spiegato dalla mancanza di predatori, cosa che poi è stata accertata attraverso l’utilizzo di telecamere.
Solitamente le scimmie cappuccine trascorrono il loro tempo a terra nelle ore più calde della giornata, quando i predatori sono meno attivi. Sull’isola del Pacifico tale comportamento non è necessario. I primati che scendono dagli alberi hanno svolto un ruolo significativo nell’evoluzione umana, ma le spiegazioni ancora controverse di solito fanno riferimento ai cambiamenti climatici o nella dieta. Milioni di anni fa, quando l’Istmo di Panama si sollevò dal mare per formare un ponte tra il Nord e il Sud America, le correnti oceaniche globali si spostarono, causando forse una tendenza all’aridità in Africa e la sostituzione delle foreste con savane, costringendo gli antenati umani a spendere più tempo a terra. La questione è ancora aperta, ma l’isola di Coiba ha offerto ulteriori spunti per comprendere meglio l’evoluzione dell’uomo.
Riferimenti bibliografici e iconografici: Smithsonian Tropical Research Institute, Michael Mosimann da Pixabay