Cimice asiatica: origine, danni e lotta per contrastarla
La cimice asiatica (Halyomorpha halys) scoperta per la prima volta in Italia nel 2012, nelle campagne del modenese, ha sin da subito posto in evidenza la sua particolare aggressività principalmente verso le piante di frutta e di ortaggi, arrecando molteplici danni a tutto il comparto orto-frutticolo italiano.
Questo insetto (Fig.1) originario dell’Asia orientale, è arrivata in Europa, con gli scambi commerciali, a partire dal 2004 ed in pochi anni si è diffusa in quasi tutto il continente.
Essendo un insetto polifago, cioè in grado di mangiare di tutto, colpisce e danneggia oltre 300 specie di piante diverse, succhiando la polpa dei frutti ed iniettando una saliva ricca di enzimi, capace di disgregare le cellule vegetali.
Secondo i dati della Coldiretti, solo nel corso del 2019, il danno economico subito nel comparto orto-frutticolo in Italia ammonta a 740 milioni di euro, e circa 300 mila tonnellate di frutta sono andate distrutte.
Questo insetto rappresenta una grave minaccia in Italia, anche perché in pochi anni dalla sua comparsa, si è diffusa in tutto il Paese, essendo una specie molto prolifica. Un singolo insetto può deporre fino a 280 uova nell’arco della sua vita e quindi una sola coppia può generare più di 30.000 eredi.
Purtroppo non esiste ad oggi un insetticida mirato al solo controllo di questo temibile insetto, in quanto se è vero che alcuni insetticidi come il clorpirifos ed il clorpirifos-metil sono efficaci, arrecano ingenti danni alla salute dell’uomo. Di conseguenza si tratta di prodotti vietati dalle direttive comunitarie e dai protocolli fitosanitari nazionali e regionali. L’unica strada percorribile è quella di introdurre delle specie di insetti antagonisti, ed attuare dunque una lotta biologica. Ma in Italia ed in Europa non esiste un insetto antagonista capace di contrastare la sua diffusione, cosa che invece avviene nel paese di origine della cimice asiatica: in Cina esiste un antagonista naturale, conosciuto da noi con il nome di vespa samurai (Trissolcus japonicus).
Questo piccolo insetto lungo solo 1 mm, ha la capacità di deporre le proprie uova all’interno delle uova di cimice, riuscendo in questo modo a sterminare la nascita delle piccole neanidi di cimice. (Fig.2)
In Italia la vespa samurai è stata introdotta, come lotta biologica contro la cimice asiatica a partire da questa primavera, in via del tutto sperimentale e localizzata in piccole aree del nord Italia, ma servirà del tempo prima di avere dei risultati significativi. I tempi stimati per valutarne l’efficienza variano da 2 a 6 anni, e gli studi finora condotti dal Crea di Firenze (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria) hanno al momento confermato, che l’introduzione in Italia della vespa samurai non provocherebbe danni al nostro ecosistema. Speriamo che anche la sperimentazione sul campo possa dare gli effetti sperati, e porre dunque fine a questo temibile e dannoso insetto.
Fonti bibliografiche e fotografiche: Focus n.329/2020; https://www.coldiretti.it/ambiente-e-sviluppo-sostenibile/cimice-asiatica-via-libera-allarrivo-della-vespa-samurai ; https://www.lastampa.it/alessandria/2020/04/02/news/via-libera-all-uso-della-vespa-samurai-contro-la-cimice-asiatica-1.38669766; http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/aiuti-imprese/avvisi/2019/contrasto-cimice-asiatica; www.pixabay.com