Published On: Gio, Mag 21st, 2020

Perché è difficile svegliarsi in una fredda mattina d’inverno…

Le fredde mattine d’inverno sono ormai alle nostre spalle, ma nelle nostre menti abbiamo ben presente quali difficoltà possano incontrarsi al momento del risveglio mattutino dei mesi più freddi. La temperatura influenza il comportamento di quasi tutte le creature viventi, ma c’è ancora molto da imparare sul legame tra neuroni sensoriali e neuroni che controllano il ciclo sonno-veglia.

Ora, i neurobiologi della Northwestern University, hanno scoperto una sorta di termometro biologico presente nella Ceratitis capitata (la cosiddetta mosca della frutta) che trasmette informazioni sulla temperatura esterna dall’antenna al cervello. In questo modo si è appreso come le condizioni stagionali possano inibire i neuroni. “Ciò aiuta a capire il motivo per cui sia così difficile svegliarsi in una fredda mattina d’inverno“, spiega Marco Gallio professore associato di neurobiologia presso il Weinberg College of Arts and Sciences. “Studiando i comportamenti in una mosca della frutta, possiamo capire meglio come e perché la temperatura è così fondamentale per regolare il sonno.”
Parte del motivo per cui gli umani cercano temperature ottimali è che le temperature del nucleo e del cervello sono intimamente legate all’induzione e al mantenimento del sonno.

Il rilevamento della temperatura è una delle modalità sensoriali fondamentali“, ha affermato Gallio, il cui gruppo è uno dei pochi al mondo che sta studiando sistematicamente il rilevamento della temperatura nei moscerini della frutta. “I principi che stiamo trovando nel cervello della mosca – la logica e l’organizzazione – possono essere uguali per tutti gli esseri umani. Sia che si tratti di mosche o di uomini, i sistemi sensoriali devono risolvere gli stessi problemi, quindi spesso lo fanno allo stesso modo“.
Lo studio, condotto da Gallio e condotto su Drosophila melanogaster, sarà pubblicato il 21 maggio sulla rivista Current Biology.

Bibliografia: “A circuit encoding absolute cold temperature in Drosophila” Current Biology (2020). DOI: 10.1016/j.cub.2020.04.038

About the Author

- E' un giornalista scientifico, regolarmente iscritto all'albo nazionale. Si occupa di cronaca scientifica e duvulgazione dal 2011, anno di inizio del suo praticantato. Sin dal 2007 ha condotto numerosi studi sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica, alcuni dei quali in collaborazione con l'ArpaV.