Cantieri estremi: la metro C di Roma
Per cantieri estremi si pensa sempre alla costruzione di opere in contesti ambientali difficili, spesso per condizioni climatiche molto estreme oppure in luoghi poco accessibili o per la realizzazione di strutture mai costruite prima. Ci sono però altri tipi di cantieri molto delicati e difficili e sono quelli in ambito urbano. La realizzazione di nuove linee metropolitane si annovera fra questi cantieri che vanno ad inserirsi in siti molto urbanizzati in cui entra in gioco anche il fattore della messa in sicurezza di ciò che è già costruito.
Le metropolitane, che si muovono a trazione elettrica, sono una ottima soluzione per ridurre il traffico di superficie e di conseguenza le emissioni di inquinanti. Ci sono città che già a fine ‘800 iniziarono a costruire le prime linee sotterranee e parliamo di Parigi e Londra, mentre altre città, che hanno preferito altri mezzi di trasporto, si trovano oggi a dover porre rimedio con nuovi interventi infrastrutturali. Fra queste troviamo Roma, che solo fino a 10 anni fa aveva due sole linee metropolitane, la A e la B, che in una sorta di croce hanno cercato di allentare il traffico di superficie della Capitale. Da qualche anno sono iniziati i lavori di realizzazione di nuove linee ed è stato concluso il ramo B1 e sono in corso i lavori per la Metro C, già in parte in esercizio.
Lavorare in contesto urbano, come dicevamo, è già molto complesso, ma immaginiamo di dover lavorare in una città come Roma, circondata da beni UNESCO e da monumenti dal valore inestimabile. Il progetto della linea della Metro C parte dalla zona sud-est della Capitale per raggiungere il centro e gran parte dei lavori sono stati completati fino a San Giovanni. Attualmente sono in corso i lavori più complessi, quelli della tratta San Giovanni-Colosseo per andare ad innestarsi con la linea B. Questo tratto passerà da Piazza Venezia, transitando sotto i fori imperiali, e concludendosi davanti al Colosseo. Solo citando queste zone di Roma si può intendere come i lavori si svolgano in un contesto delicatissimo dove non sono ammessi sbagli. Immaginatevi cosa potrebbe scatenare un eventuale danno al Colosseo?
I problemi non sono molto legati allo scavo meccanizzato (mediante talpe) del tunnel che si esegue al di sotto del cosiddetto “livello archeologico” che si aggira intorno ai 10/12 m dalla superficie. Le opere più difficili risultano invece essere quelle che dal sotterraneo attraversano tutto il livello archeologico e arrivano in superficie, come la realizzazione delle stazioni e dei pozzi di areazione. Il lavoro preparatorio è molto lungo e complesso e ha impiegato anni.
Le prime indagini archeologiche sono iniziate nell’ormai lontano 2006. Ovviamente appena si smuove il terreno della città eterna è impossibile non trovare qualche reperto archeologico. Queste attività propedeutiche hanno permesso di proseguire con lo scavo di tutto il “livello archeologico” delle aree interessate da opere di superficie e ciò ha permesso di scoprire nuove tracce del passato. I ritrovamenti sono innumerevoli, da pezzi di antiche strade o opere idrauliche dell’epoca romana, passando per necropoli preistoriche o per mosaici di pavimenti di qualche edificio del passato. Grazie al cantiere queste scoperto saranno fruibili da tutti e saranno parte integranti delle stazioni o arricchiranno musei.
Oltre a queste interazioni con le opere sotterranee, il cantiere deve anche valutare tutte le interazioni con le opere di superficie che sono opere dal valore incalcolabile. Per le valutazioni e gli studi si è creato un pool apposito di esperti. Lo scopo è quello di tutelare al massimo i ben 56 “potenziali bersagli storici” che il cantiere attraversa lungo il suo percorso.
Ogni edificio è stata censito nei minimi particolari e sono state condotte le seguenti indagini.
- Analisi storia di ricostruzione dell’architettura dell’edificio in ogni sua fase della costruzione;
- Rilievo di ogni fessurazione presente;
- Indagini in situ per tracciare e individuare le fondazioni;
- Analisi delle proprietà intrinseche dei materiali usati per la costruzione;
- Realizzazione di complessi modelli matematici per la simulazione degli effetti indotti dagli scavi;
- Progettazione sistemi di monitoraggio;
- Progettazione opera di messa in sicurezza volti a minimizzare gli effetti del cantiere.
Fin dall’inizio della cantierizzazione gli edifici storici sono monitorati costantemente e vengono registrati tutti i parametri per capire le condizione al contorno. Sono verificate le vibrazione, i movimenti delle fessure esistenti, lo stato dei terreni di fondazione e diversi altri dati che vengono monitorati per avere il totale controllo dei parametri “vitali” dell’opera interessata dai lavori. Oltre ai monitoraggi, effettuati con le più moderne tecnologie, sono state anche realizzate delle opere di sostegno mediante cerchiature per gli archi, puntelli, barre e funi d’acciaio come ulteriore protezione di questi beni.
Alla luce di quanto sopra è di certo evidente come sia davvero molto complesso aprire un cantiere nel bel mezzo di una città e se poi questa città si chiama Roma, con millenni di storia, possiamo parlare di un cantiere davvero estremo. Dunque mentre in questo momento si sta lavorando 24/24 su alla realizzazione dell’ultima tratta della metro C i nostri amati monumenti sono stretto controllo e a lavori ultimati beneficeranno anche loro di una riduzione di emissioni inquinanti, anch’esse causa di deterioramento di queste opere uniche, patrimonio dell’umanità.
Fonti Bibliografiche: Consorzio Metro C ScpA, Roma Capitale