Published On: Ven, Giu 5th, 2020

Sull’Oceano Antartico l’aria più pulita del mondo

Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università del Colorado, grazie ad analisi condotta durante la spedizione scientifica Socrates a bordo della nave australiana “Investigator” e finanziata dalla National Science Fundation, l’aria più pura del mondo si respira sull’Oceano Antartico.

L’area, posta a oltre 40 gradi di latitudine sud, non presenta aerosol o altre particelle riconducibili all’attività antropica. Grazie al sequenziamento del Dna contenuto nei campioni e allo studio della direzione dei venti, è stato possibile determinare che i batteri presenti in atmosfera sono tutti di origine marina, provenienti dall’oceano sottostante. La loro composizione cambia con la latitudine e ciò suggerisce che gli aerosol e le sostanze inquinanti di origine umana provenienti dalla terra ferma non viaggiano verso sud fino a contaminare l’aria antartica. Sull’oceano australe, tra l’altro, le concentrazioni di particelle che favoriscono la formazione di cristalli di ghiaccio nelle nubi sono le più basse mai registrate sul pianeta. “Siamo riusciti a usare i batteri dell’aria come uno strumento diagnostico per comprendere le proprietà dello strato più basso dell’atmosfera“, spiega il ricercatore Thomas Hill. “Per esempio, abbiamo scoperto che l’aerosol che controlla le proprietà delle nubi sull’oceano Antartico sono fortemente legate a processi biologici oceanici e che l’Antartide sembra essere protetto dalla dispersione verso sud di microrganismi e nutrienti che arrivano dai continenti meridionali. Nel complesso, questo ci suggerisce che l’oceano Antartico è uno dei pochi posti al mondo che è stato minimamente interessato dalle conseguenze dell’attività umana”. I risultati sono pubblicati sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze, Pnas.

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- E' un giornalista scientifico, regolarmente iscritto all'albo nazionale. Si occupa di cronaca scientifica e duvulgazione dal 2011, anno di inizio del suo praticantato. Sin dal 2007 ha condotto numerosi studi sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica, alcuni dei quali in collaborazione con l'ArpaV.