Come ci apparirebbe una bicicletta a velocità prossime a quella della luce?
Una coppia di ricercatori della Surrey University ha tentato di mostrare come potrebbe apparire ad un umano una bicicletta che si avvicina alla velocità della luce. Nel loro articolo pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society A, Cryer-Jenkins e PD Stevenson espandono le ricerche precedenti che hanno tentato di descrivere come un oggetto apparirebbe a simili velocità ad una telecamera.
Non molto tempo dopo che Einstein pubblicò le sue idee sulla relatività speciale, altri iniziarono a chiedersi quale oggetto potesse muoversi a velocità prossime a quella della luce: negli anni ’30, il fisico George Gamow propose un esperimento mentale sull’argomento in un libro di fisica per bambini. Egli suggerì che la bici sembrerebbe essere contratta dalle trasformazioni di Lorentz. Tale opinione è stata mantenuta fino agli anni ’50, quando Roger Penrose e James Terrell sottolinearono dei problemi con questo concetto.
I lavori successivi hanno suggerito che le immagini di un tale oggetto catturate da una fotocamera sarebbero ancora più complesse a causa di una serie di distorsioni. In questo nuovo sforzo, i ricercatori hanno ampliato le ricerche precedenti per consentire l’introduzione di un osservatore binoculare, una persona con due occhi. Se una bicicletta si sposta accanto a qualcuno, da sinistra a destra, le immagini di essa si formano nell’occhio sinistro prima della destra – ma a velocità normali il cervello è in grado di compensare questo ritardo, dando agli umani un’impressione continua, senza interruzioni.
Per tenere conto del ritardo, i ricercatori hanno aggiunto un ritardo analitico, applicandolo alle trasformazioni della posizione reale dell’oggetto rispetto alla sua posizione apparente. Hanno anche preso in considerazione l’effetto Doppler e i cambiamenti di intensità che sarebbero stati coinvolti con un tale oggetto. Nell’immagine allegata all’articolo il risultato finale.