Misure di contenimento Covid19: Italia Vs Svezia
Sarebbe sicuramente stato più piacevole discutere di un eventuale Italia-Svezia a livello calcistico o di altro sport, mentre qui siamo purtroppo a trattare di ben altro argomento. Italia e Svezia, due paesi che si trovano agli antipodi dal punto di vista geografico in Europa, lo sono stati anche per le scelte di contenimento anti Covid.
Premettiamo però alcuni dati dei due paesi per contestualizzare meglio un confronto. L’Italia ha circa 60 milioni di abitanti su una superficie pari a circa 300.000 chilometri quadri. La densità abitativa risulta pari a circa 200 abitanti ogni chilometro quadro, facendo dell’Italia uno dei paesi più densamente abitati d’Europa e fra i primi 40 al mondo.
Per contro la Svezia ha circa 10 milioni di abitanti, quindi 6 volte meno dell’Italia e una superficie di 450.000 chilometri quadri, pari ad uno dei paesi più estesi d’Europa. La densità risulta pari a circa 20 abitanti al chilometro quadro, ben un ordine di grandezza in meno dell’Italia, facendo del paese scandivano uno dei meno densi al mondo.
Dunque abbiamo visto che i due paesi in realtà non sarebbero così confrontabili, proprio per profonde diversità geografiche e sociali, ma i confronti sono stati riportati da moltissimi giornali e su molti social, dunque procediamo nell’analisi. I due paesi, anche in materia di Covid19, hanno scelto misure di contenimento diametralmente opposte. L’Italia ha attuato un totale lockdown, probabilmente fra i più rigidi al mondo. Le restrizioni italiane, anche a seguito della forte viralità, sono durate per diversi mesi e hanno comportato la chiusura di gran parte delle attività commerciali e industriali e di fatto l’obbligo di dimora all’interno dei 200 m da casa. Lo scopo principale è stato quello di contenere il contagio e sopratutto alleggerire gli ospedali, appiattendo la famosa curva dei contagi.
La Svezia, invece, ha scelto di non chiudere nulla e di suggerire ai propri cittadini alcune regole di contenimento sociale, come il distanziamento. In realtà qualche misura di contenimento è stata presa anche in Svezia, ad esempio il divieto di accesso nelle residenze per anziani e assembramenti massimi di 50 persone. Le scuole sono rimaste operative, mentre per le Università è stata sospesa la didattica in presenza, in favore della didattica a distanza. Di certo l’inizio della pandemia è stato più soft nel paese scandinavo e questo ha spinto il governo a prendere decisioni di conseguenza meno drastiche, puntando alla cosiddetta immunità di gregge.
A distanza di circa 3/4 mesi dall’inizio dell’epidemia in Europa è possibile oggi tirare un po’ le somme delle due scelte andando ad analizzare i numeri pubblicati dal CSSE della Hopkins University.
In Italia, ad oggi, abbiamo registrato circa 237.000 contagi e circa 34.00 vittime, mentre in Svezia 52.000 contagi e poco meno di 5.000 vittime. La percentuale di contagiati sulla popolazione risulta pari a 0,52 % per la Svezia, mentre per l’Italia è pari a 0,40 %. Sulle vittime invece il rapporto sulla popolazione è pressoché uguale fra i due paesi, con lo 0,05% per la Svezia, contro 0,056% per il nostro Paese. L’Italia è di certo uno dei paesi al mondo con la maggiore incidenza al mondo di vittime e le cause possono probabilmente da ricercarsi nella popolazione più anziana, fra le più anziane al mondo, e alla congestione degli ospedali nella prima fase dell’emergenza.
Fra i due paesi c’è però ancora una differenza importante, se in Italia la curva dei contagi sembra si sia appiattita, in Svezia sembra essere ancora in salita, con ulteriore impennata nelle ultime settimane. Dunque forse un paragone andrebbe fatto anche quando nel paese scandinavo la curva si appiattirà.
Fra gli obiettivi della Svezia, nel limitare le chiusure, c’era anche salvaguardare dell’economia, anche questa sacrosanta causa, seppur meno prioritaria della salute. Purtroppo non sarà sufficiente, visto che la depressione globale impatterà comunque anche sull’economia del paese scandinavo. Alle luce di quanto sopra, visto gli ampi dibattiti, lasciamo a voi lettori trarre le conclusioni e trarre l’ardua sentenza.
Fonti consultate : Ambasciata d’Italia a Stoccolma, John Hopkins University