I gas vulcanici
I gas vulcanici sono probabilmente la parte meno appariscente di un’eruzione vulcanica, ma possono rappresentare uno degli effetti più letali.
Fortunatamente la maggior parte del gas rilasciato durante un’eruzione è composto da vapore acqueo, risultando relativamente innocuo. Ma i vulcani producono anche anidride carbonica, anidride solforosa, acido solfidrico, fluoruro di idrogeno, e altri tipi di gas, che possono essere pericolosi – anche mortali – nelle giuste condizioni.
L’anidride carbonica è inodore e incolore, ed inoltre non è velenosa, ma sposta il normale cuscinetto d’aria di ossigeno. Poiché essa è più pesante dell’aria, si raccoglie in depressioni, dove può soffocare persone e animali. Può anche “sciogliersi” in acqua e raccogliersi sul fondo, emanando enormi bolle in grado di uccidere la vegetazione, il bestiame e le persone che vengano a trovarsi nelle vicinanze. Una circostanza già avvenuta sul Lago Nyos in Camerun, nel 1986, dove un’eruzione di CO₂ dal lago ha soffocato oltre 1.700 persone e ucciso 3.500 capi di bestiame nei villaggi limitrofi.
L’anidride solforosa e l’idrogeno solforato sono entrambi a base di zolfo, e a differenza dell’anidride carbonica, hanno un distinto odore di uova marce. L’SO₂ può combinarsi con il vapore acqueo nell’aria e formare acido solforico, un acido corrosivo. L’H₂S è anche molto acido, ed estremamente tossico anche in piccole quantità. Entrambi gli acidi irritano i tessuti molli (occhi, naso, gola, polmoni, ecc), e quando i gas formano acidi in quantità sufficienti, si mescolano con il vapore acqueo per formare la nebbia vulcanica, che può risultare pericolosa per la respirazione e provocare danni a polmoni e occhi. Anche in questo caso se gli aerosol a base di zolfo raggiungessero l’atmosfera, interferirebbero con l’ozono avendo effetti a breve ed a lungo termine sul clima.
Uno dei gas più pericolosi ma meno comuni è il fluoro (F₂). Questo gas è giallastro, corrosivo ed estremamente velenoso. Così come l’anidride carbonica è più denso dell’aria e tende quindi a raccogliersi in zone basse. L’acido che l’accompagna, il fluoruro di idrogeno, è altamente tossico e corrosivo, e provoca terribili ustioni interne e attacchi al sistema scheletrico. Anche dopo la sua dissipazione può essere assorbito nell’organismo delle piante, e può essere in grado di avvelenare persone e animali per lunghi periodi a seguito di un’eruzione. Dopo l’eruzione del 1783 dal sistema dei crateri vulcanici Laki, nell’Islanda meridionale, l’avvelenamento da fluoro e la carestia causarono la morte di oltre la metà del bestiame del paese e quasi un quarto di tutta la popolazione residente.