In Australia scoperti i primi siti archeologici aborigeni sottomarini
Attraverso una serie di indagini archeologiche e geofisiche nell’arcipelago di Dampier, nell’Australia nord-occidentale, sono stati scoperti i primi siti archeologici aborigeni sotto il livello del mare. Risalenti a migliaia di anni fa, essi rappresentano la scoperta archeologica subacquea più antica conosciuta nell’isola.
Lo studio, condotto da un team internazionale di archeologi della Flinders University, della University of Western Australia, della James Cook University, dell’ARA — Airborne Research Australia e della University of York (Regno Unito), ha prodotto centinaia di utensili in pietra fabbricati dalle popolazioni aborigene, tra cui pietre per macinare.
Un tempo l’area di Cape Bruguieres e Flying Foam Passage erano sopra il livello del mare; l’area asciutta si estendeva per ben 160 Km dall’attuale litorale. “Questi territori che ora sono sott’acqua ospitavano ambienti favorevoli per gli insediamenti indigeni tra cui acqua dolce, diversità ecologica e opportunità di sfruttamento delle risorse marine che avrebbero sostenuto densità di popolazione relativamente elevate“, afferma il dott. Michael O’Leary, geomorfologo marino dell’Università dell’Australia occidentale.
Nonostante la vastità dell’Australia, in pochi si rendono conto che il 30% della sua massa terrestre è stata sommersa dall’innalzamento del livello del mare dopo l’ultima era glaciale. Ciò significa che una quantità molto grande di prove archeologiche ora sono sott’acqua. L’antica archeologia costiera, tuttavia, non è persa per sempre; molte di queste tracce sono ancora da scoprire.
I sub hanno mappato 269 manufatti a Cape Bruguieres in acque poco profonde (2,4 metri di profondità) e dopo aver condotto la datazione al radiocarbonio e l’analisi delle variazioni del livello del mare, hanno scoperto che il sito ha almeno 7000 anni. Il secondo sito comprende invece una sorgente d’acqua dolce sottomarina a 14 metri di profondità e si stima che abbia almeno 8500 anni.
Il team di archeologi e geoscienziati ha impiegato la modellazione predittiva e varie tecniche di rilevamento subacqueo e remoto, compresi i metodi di immersione scientifica, per confermare la posizione dei siti e la presenza di artefatti.
La scoperta sottolinea la necessità di una legislazione federale più forte per proteggere e gestire il patrimonio sottomarino attraverso 2 milioni di chilometri quadrati di paesaggi che una volta erano sopra il livello del mare. Essi contengono importanti spunti sulla storia umana.
Bibliografia: Benjamin J, O’Leary M, McDonald J, Wiseman C, McCarthy J, Beckett E, et al. (2020) Aboriginal artefacts on the continental shelf reveal ancient drowned cultural landscapes in northwest Australia. PLoS ONE 15(7): e0233912.