La Siberia continua a bruciare: quasi 300 incendi con caldo record
Sin dal mese di Gennaio la Siberia è interessata da valori termici ampiamente sopramedia che, uniti alla bassa umidità del suolo, hanno contribuito al propagarsi degli incendi. Secondo il servizio forestale da inizio Giugno è cresciuto sia il numero che l’intensità, provocando le emissioni più elevate di biossido di carbonio da quando cominciarono le rilevazioni nel 2003. Nella sola giornata di ieri il servizio di protezione forestale aereo della Russia ha dichiarato che stava cercando di sopprimere 136 incendi su 43.000 ettari, pari a 430 chilometri quadrati di territorio.
I vigili del fuoco locali stanno cercando di rimediare attraverso esplosivi e l’inseminazione delle nubi con ioduro d’argento, al fine di far piovere. Tuttavia, altri 159 incendi sono stati considerati troppo remoti e costosi da gestire, con oltre 333.000 ettari attualmente in fiamme.
Da metà giugno, le regioni della Siberia settentrionale comprese oltre il circolo polare artico, hanno registrato record di calore senza precedenti. L’esperto di servizi meteorologici della Russia, Roman Vilfand, ha affermato che gli anticicloni – che creano cieli anormalmente chiari senza nubi o pioggia – sono considerevolmente aumentati nell’emisfero settentrionale. Tra l’altro nell’Artico il Sole non tramonta mai in estate, e ciò significa che la luce solare riscalda la superficie terrestre tutto il giorno, aumentando il rischio di incendi.
Giovedì, il servizio meteorologico russo ha affermato che il fuoco quest’anno ha già coperto un’area del 9,6 per cento più grande rispetto allo scorso anno nello stesso periodo. Ora, nuove immagini satellitari hanno mostrato che i più grandi incendi sono ancora nella vasta regione russa della Jakuzia, che è scarsamente popolata e confina con l’Oceano Artico.
Intanto, dal 2 Luglio vige nella regione lo stato di emergenza.
Il programma forestale di Greenpeace Russia, che analizza i dati satellitari , ha dichiarato che un totale di 9,26 milioni di ettari, più grandi delle dimensioni del Portogallo, sono stati colpiti dagli incendi dall’inizio del 2020.
I funzionari meteorologici e gli ambientalisti russi hanno affermato che i cambiamenti climatici sono un fattore determinante all’aumento degli incendi, sebbene aggravati da un servizio forestale insufficiente costretto a lasciare incustoditi la maggior parte del territorio.