L’anomalia del campo magnetico nel Sud Atlantico esisteva già 8-11 milioni di anni fa
Una ricerca dell’Università di Liverpool ha rivelato che l’anomalia del campo magnetico nella regione dell’Atlantico meridionale esisteva già dagli 8 agli 11 milioni di anni fa.
E’un’area caratterizzata da una significativa riduzione dell’intensità del campo magnetico terrestre rispetto alle aree a latitudini geografiche simili, e dove la protezione dalle radiazioni nocive dallo spazio è ridotta. I segni più significativi che si riscontrano a seguito di tale anomalia sono malfunzionamenti tecnici a bordo di satelliti e veicoli spaziali.
In uno studio pubblicato negli Atti della National Academy of Sciences, i ricercatori paleomagnetici di Liverpool hanno analizzato il record storico del campo magnetico terrestre che è conservato nelle rocce ignee dell’isola di Sant’Elena, riscontrando le stesse difformità odierne.
Il campo magnetico terrestre, o campo geomagnetico, non solo ci dà la possibilità di navigare con una bussola, ma protegge anche la nostra atmosfera dalle particelle cariche provenienti dal Sole. Tuttavia, non è completamente stabile in forza e direzione, sia nel tempo che nello spazio, e ha la capacità di capovolgersi o invertirsi completamente con implicazioni sostanziali.
L’anomalia dell’Atlantico meridionale è un argomento di dibattito tra scienziati in questo campo. Oltre al fatto che provoca danni alla tecnologia spaziale, solleva anche la questione della sua provenienza e se rappresenti l’inizio dell’indebolimento totale del campo e una possibile imminente inversione del polo.
L’autore principale dell’articolo, Yael Engbers, ha dichiarato: “Il nostro studio fornisce la prima analisi a lungo termine del campo magnetico in questa regione. Rivela che l’ anomalia nel campo magnetico nell’Atlantico meridionale non è una tantum, ma che deviazioni simili esistevano già da 8 a 11 milioni di anni fa.”
“Questa – continua – è la prima volta che il comportamento irregolare del campo geomagnetico nella regione dell’Atlantico meridionale sia stato mostrato su un calendario così lungo. Suggerisce che sia una caratteristica ricorrente e probabilmente non è un segno di un’imminente inversione”.
La ricerca supporta anche studi precedenti che suggeriscono un legame tra l’Anomalia del Sud Atlantico e le anomalie sismiche nel mantello più basso e nel nucleo esterno. “Questo ci avvicina al collegamento che esiste tra il comportamento del campo geomagnetico e le caratteristiche dell’interno della Terra“, conclude Engbers.
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