Ferragosto: la “sagra” dell’inciviltà
Come ogni anno Ferragosto è sinonimo di pic-nic e grigliate in montagna o in spiaggia. Nonostante le limitazioni dovute al Covid19 le scene viste negli anni passati si sono nuovamente ripetute. Di certo queste “celebrazioni” dell’Assunta sono tutto fuorché sostenibili. Ne sono testimoni i social con video di orde di “barbari” urlanti assiepati nei boschi oppure sugli arenili. In Italia, ma non solo, si continua a concentrare ferie a cavallo di agosto, rendendo le località turistiche quasi invivibili e lasciandole deserte durante il resto dell’anno.
Le quantità di rifiuti prodotti in questa giornata è davvero grande e lo si evince da cestini straboccanti e con rifiuti quasi mai differenziati. Piatti e bicchieri di plastica e confezioni di ogni sorta. Ancora peggio sono i sacchetti abbandonati lungo le strade o i rifiuti e i mozziconi gettati per terra. Spesso queste scampagnate non incentivano neppure l’economia locale, poiché il cibo viene acquistato nei supermercati in città e quindi le località turistiche subiscono solo questa giornata “fantozziana”.
Tanto per cambiare le situazioni più sgradevoli avvengono spesso in aree protette, dove probabilmente, in queste giornate, sarebbe necessario un numero limitato di accessi. L’impatto ambientale di queste uscite fuori porta non si ferma di certo ai rifiuti. Rumori, schiamazzi in aree che solitamente silenti, generano non poco impatto sulle specie faunistiche che poi sono quelle che vivono tutto l’anno il bosco. Aggiungiamoci anche la grande quantità di traffico generato oppure i fuochi accesi dove è vietato e la frittata è fatta.
La “novità” di questa estate sono i ritrovamenti lungo sentieri e sulle spiagge di mascherine. Questi dispositivi di protezione più che tenuti sul viso vengono tenuti altrove e spesso vengono persi durante le escursioni. Ricordiamo che i materiali che compongono le mascherine possono metterci anche centinai di anni per decomporsi completamente.
Gli appelli dei Comuni o di tante associazioni ambientaliste restano, come ogni anno, inascoltati e quasi sbeffeggiati. Di certo questa giornata non è un esempio di sostenibilità o di contatto con la natura in punta di piedi. Spesso si grida alla non fruibilità dell’area protette, ma purtroppo o per fortuna questa poca accessibilità rende alcune aree meno vulnerabili e fruibili solo a chi davvero la ama.
L’altra giornata dell’anno da bollino nero per l’ambiente è Pasquetta, con dinamiche molto simili a quelle ferragostane. Brutto da dire, ma perlomeno il lockdown quest’anno ne ha drasticamente ridotto l’impatto. Cambiare questo atteggiamento culturale non dovrebbe essere così difficile. Basterebbe scegliere prodotti locali, ridurre gli imballaggi, riportare i rifiuti a casa per differenziarli, muoversi in maniera sostenibile e scegliere magari altre giornate dell’anno per godere del silenzio della natura ed entrare davvero in contatto con essa.