Durante il Regno di Giuda gran parte degli abitanti era in grado di leggere e scrivere
Analizzando 18 testi antichi risalenti al 600 a.C., i ricercatori dell’Università di Tel Aviv, hanno concluso che i testi di quell’epoca sono stati scritti da non meno di 12 autori.
La scoperta suggerisce che molti degli abitanti del regno di Giuda fossero in grado di leggere e scrivere, mettendo in secondo piano l’idea che l’alfabetizzazione fosse riservata a pochi scribi reali.
C’è un vivace dibattito tra gli esperti sui libri di Deuteronomio, Giosuè, Giudici, Samuele e i Libri dei Re: essi furono compilati negli ultimi giorni del regno di Giuda o dopo la distruzione del Primo Tempio da parte dei Babilonesi?
Per il periodo successivo alla distruzione del Primo Tempio nel 586 a.C., ci sono pochissime prove archeologiche di scrittura ebraica a Gerusalemme e nei suoi dintorni, ma è stata trovata un’abbondanza di documenti scritti per il periodo precedente.
Ma chi scrisse questi documenti? Una società con una cultura diffusa o c’era solo una manciata di persone alfabetizzate?
Per rispondere a questa domanda, i ricercatori hanno esaminato gli scritti ostraca scoperti nel sito di Tel Arad negli anni ’60. Tel Arad era un piccolo posto militare al confine meridionale del regno di Giuda; il suo centro abitato era di circa 20.000 piedi quadrati e ospitava tra i 20 e i 30 soldati.
Si tratta di antiche iscrizioni ebraiche scritte con inchiostro su frammenti di ceramica, utilizzando un alfabeto in passato poco familiare. La scrittura a mano è costituita da schemi abituali inconsci e l’identificazione si basa sul principio che questi schemi di scrittura sono unici per ogni persona, non esistendo due persone che scrivono esattamente allo stesso modo; pertanto, l’analisi forense della grafia mira a tracciare le caratteristiche corrispondenti a individui specifici e concludere se un singolo o piuttosto diversi autori hanno scritto i documenti dati.
Il processo di esame è stato suddiviso in tre fasi: analisi, confronto e valutazione. L’analisi comprende un esame dettagliato di ogni singola iscrizione, secondo varie caratteristiche, come la spaziatura tra le lettere, le loro proporzioni, l’inclinazione, ecc. Il confronto è in base alle suddette caratteristiche in vari manoscritti. Inoltre, vengono identificati schemi coerenti, come le stesse combinazioni di lettere, parole e punteggiatura. Infine, viene effettuata una valutazione dell’identità o del carattere distintivo degli autori. Va notato che, secondo una sentenza della Corte Suprema israeliana, una persona può essere condannata per un crimine sulla base dell’opinione di un esperto di grafia forense.
Secondo i ricercatori, i risultati gettano nuova luce sulla società giudaica alla vigilia della distruzione del Primo Tempio e sull’ambientazione della compilazione dei testi biblici.
“Va ricordato che si trattava di un piccolo avamposto, uno di una serie di avamposti al confine meridionale del regno di Giuda. Poiché abbiamo trovato almeno 12 autori diversi su 18 testi in totale, possiamo concludere che c’era un alto livello di alfabetizzazione in tutto il regno. Questo, ovviamente, non significa che ci fosse un’alfabetizzazione quasi universale come c’è oggi, ma sembra che porzioni significative dei residenti del regno di Giuda fossero letterati. Questo è importante per la discussione sulla composizione dei testi biblici. Se ci fossero state solo due o tre persone in tutto il regno che sapevano leggere e scrivere, sarebbe stato improbabile comporre testi complessi“, spiega il dr. Barak Sober del Dipartimento di Matematica Applicata.
Il prof. Israel Finkelstein del Dipartimento di Archeologia e Antiche Civiltà del Vicino Oriente conclude: “Chi ha scritto le opere bibliche non l’ha fatto per noi, in modo che potessimo leggerle dopo 2.600 anni. Lo ha fatto per promuovere i messaggi ideologici dell’epoca. Ci sono opinioni diverse sulla data della composizione dei testi biblici. Alcuni studiosi suggeriscono che molti dei testi storici della Bibbia, da Giosuè al Secondo libro dei Re, furono scritti alla fine del VII secolo a.C., molto vicino al periodo dell’ostraca di Arad. È importante chiedersi per chi siano stati scritti questi testi. Secondo un punto di vista, ci sono stati eventi in cui le poche persone che sapevano leggere e scrivere stavano davanti al pubblico analfabeta e gli leggevano testi. Un alto tasso di alfabetizzazione in Giuda mette le cose in una luce diversa.“
“Fino ad ora, la discussione sull’alfabetizzazione nel regno di Giuda si è basata su argomenti circolari, su ciò che è scritto all’interno della Bibbia stessa, ad esempio sugli scribi nel regno. Abbiamo spostato la discussione su una prospettiva empirica. Se in un luogo remoto come Tel Arad c’era, in un breve periodo di tempo, un minimo di 12 autori di 18 iscrizioni, della popolazione di Giuda che si stima non fosse più di 120.000 persone, significa che l’alfabetizzazione non era l’esclusiva di una manciata di scribi reali a Gerusalemme. Anche il quartiermastro dell’avamposto di Tel Arad aveva la capacità di leggerli e apprezzarli“, conclude.
I risultati sono stati pubblicati sulla rivista PLOS ONE.