Published On: Mar, Ott 13th, 2020

Marte in opposizione, allineato con la Terra e il Sole

Marte è senza dubbio il pianeta che ha affascinato maggiormente scrittori e registi. La sua relativa vicinanza alla Terra e le sue condizioni ambientali sostanzialmente simili al nostro pianeta (quantomeno rispetto ad altri mondi invivibili), hanno permesso di sognare civiltà extraterrestri.

Fino a pochi decenni fa si pensava infatti che il pianeta rosso potesse ospitare la vita; di qui l’utilizzo frequente del termine “marziani”, divenuto oggi di uso comune per indicare ipotetiche civiltà non appartenenti alla Terra. Fu soltanto nel 1976 che le missioni Viking, pur lasciando numerosi interrogativi, smentirono tale ipotesi.

Famose sono le osservazioni di Schiaparelli che descrisse il pianeta come un mondo solcato da innumerevoli canali, che Percival Lowell identificò come strutture artificiali costruite ad hoc da civiltà aliene, al fine di trasportare l’acqua su tutto il globo. In realtà, gli strumenti obsoleti dell’epoca diedero luogo ad una serie di illusioni ottiche.
Non meno famosa la riduzione radiofonica di Orson Welles, che decise di mettere in onda una trasmissione basata sulla guerra dei mondi, spaventando l’America.

Oggi sappiamo che Marte è un mondo brullo e disabitato, colmo di canyon, valli tortuose di aspetto fluviale, calotte polari di ghiaccio, crateri, ed è costellato da numerose formazioni vulcaniche, come il gigantesco Olympus Mons.

Come tutti i pianeti del sistema solare, Marte alterna periodi di scarsa visibilità a periodi dove l’osservazione telescopica permette la visione di molti dettagli superficiali. Un’intuizione che ebbe Johannes von Kepler nel XVI secolo, quando scoprì che i pianeti si muovono lungo percorsi leggermente ellittici intorno al Sole, distinguendo un punto più vicino (perielio) e uno più lontano (afelio).

Dopo aver raggiunto la minima distanza dalla Terra, oggi il pianeta si presenta in opposizione, ossia una posizione opposta a quella del Sole rispetto alla nostra visuale, a 62 milioni di Km dalla Terra. La sua luminosità nel cielo notturno è evidente, tanto che per rivederlo brillare così intensamente dovremo attendere il 2035. Supera persino il gigante del sistema solare Giove, solitamente il quarto oggetto più visibile del firmamento dopo il Sole, la Luna e Venere. L’ultima opposizione marziana extra-ravvicinata si è verificata il 27 luglio 2018 e la prossima si verificherà il 15 settembre 2035.

Marte è facilmente riconoscibile come una “stella” di colorazione rossastra e con uno scintillio più stabile rispetto alle stelle circostanti. E’ visibile per tutta la notte ad occhio nudo e in un medio telescopio commerciale mostrerà i dettagli della sua superficie, comprese le calotte polari, l’orografia del suo tormentato territorio; nei telescopi più grandi, persino le nubi orografiche presenti nei pressi dei giganteschi vulcani marziani. Periodicamente, poi, non è impossibile imbattersi nelle tempeste di polvere che possono coprire l’intero globo.

Le opposizioni di Marte si verificano in media ogni 2 anni, ma non sono tutte uguali a causa dell’eccentricità dell’orbita (solo l’orbita di Mercurio presenta un’eccentricità maggiore).
Il ciclo esatto tra piccole e grandi opposizioni si verifica ogni 15-17 anni. Nel caso delle grandi opposizioni, l’ultima delle quali avvenuta il 28 Agosto 2003 (la più evidente degli ultimi 60.000 anni), il pianeta rosso si avvicina a distanze molto piccole in relazione alla vastità del sistema solare, permettendo osservazioni terrestri dettagliate.

L’avvicinarsi di Marte all’opposizione comporta l’inizio di un periodo di moto retrogrado, durante il quale, se ci si riferisce alla volta celeste, il pianeta appare in moto nel verso opposto all’ordinario (quindi da est verso ovest anziché da ovest verso est) con la sua orbita che sembra formare un ‘cappio’ (in inglese “loop”).

Ma se Marte in queste sere è capace di mostrare molti suoi dettagli, le sue lune Phobos e Deimos sono così piccole che anche in telescopi di grandi dimensioni appaiono come dei semplici punti luminosi. Phobos, la più grande, misura 23 Km, mentre Deimos soltanto 13 Km di larghezza. Entrambi i satelliti ruotano attorno a Marte in orbite quasi circolari e anche molto vicini al piano dell’equatore del pianeta.

Phobos orbita a soli 6.000 km sopra la superficie marziana. Gli astronomi hanno dedotto che Phobos si sta avvicinando a Marte alla velocità di 1,8 centimetri l’anno e in teoria potrebbe schiantarsi su Marte in 40 o 50 milioni di anni. Prima che ciò accada, tuttavia, evidenti forze di marea indotte da Marte romperanno Phobos in una miriade di particelle che circonderanno il pianeta in una serie di anelli sottili. Deimos invece dista circa 20.000 Km dal pianeta rosso.

L’estrema vicinanza dei satelliti non permette ad alcune aree di Marte di osservarli, a causa del rigonfiamento di curvatura dello stesso pianeta. Da tutte le latitudini oltre 83 gradi nord o sud dell’equatore marziano, per esempio, Deimos non può mai essere visto. Phobos, essendo la più vicina delle due lune si muove in un’orbita ancora più bassa e non può mai essere visto da latitudini superiori a 70 gradi nord o sud dell’equatore. Poiché le lune si spostano quasi esattamente parallelamente all’equatore del pianeta, le migliori visuali di Deimos e Phobos si hanno proprio dall’equatore.

About the Author

- E' un giornalista scientifico, regolarmente iscritto all'albo nazionale. Si occupa di cronaca scientifica e duvulgazione dal 2011, anno di inizio del suo praticantato. Sin dal 2007 ha condotto numerosi studi sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica, alcuni dei quali in collaborazione con l'ArpaV.