Published On: Mar, Ott 27th, 2020

Un nuovo esopianeta a 14.400 anni luce dalla Terra

Utilizzando la tecnica del microlensing, un team internazionale di astronomi ha rilevato un nuovo mondo alieno lontano. L’esopianeta appena scoperto, designato OGLE-2018-BLG-0799Lb, è circa cinque volte meno massiccio di Giove e orbita attorno a una nana di massa molto ridotta. La scoperta è riportata in un documento pubblicato il 17 ottobre sul server di pre-stampa arXiv.

Il microlensing è una tecnica utile per rilevare mondi alieni nel disco galattico interno e nel rigonfiamento, dove è difficile cercare pianeti con altri metodi. Se una stella si muove davanti a un’altra stella, la luce di quella più lontana viene piegata dall’attrazione gravitazionale di quella più vicina e la stella più distante viene ingrandita.

OGLE-2018-BLG-0799 è stato scoperto nel maggio 2018 grazie al telescopio di 1,3 metri montato presso l’osservatorio di Las Campanas in Cile, a cui sono seguite osservazioni di controllo con il telescopio Spitzer della NASA.

Orbita attorno a una stella nana con una massa di circa 0,08 masse solari e si trova a circa 14.400 anni luce dalla Terra, nel disco della Via Lattea.

Tuttavia, gli astronomi sottolineano che è ancora troppo presto per trarre conclusioni definitive sulle proprietà del sistema. Secondo lo studio, c’è ambiguità nella misurazione della parallasse e quindi, è anche possibile che l’ospite sia una stella più massiccia e si trovi nel rigonfiamento galattico, più lontano di quanto stimato.

Quindi, i ricercatori propongono ulteriori studi del sistema, in particolare misurazioni di ottiche adattive, al fine di eliminare tutte le incertezze.

Una misurazione ottica adattativa migliorerebbe sostanzialmente i vincoli sulla lente e distinguerebbe tra le diverse soluzioni di parallasse“, hanno spiegato gli autori dell’articolo.

About the Author

- E' un giornalista scientifico, regolarmente iscritto all'albo nazionale. Si occupa di cronaca scientifica e duvulgazione dal 2011, anno di inizio del suo praticantato. Sin dal 2007 ha condotto numerosi studi sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica, alcuni dei quali in collaborazione con l'ArpaV.