Estensione del ghiaccio marino artico ai minimi per Ottobre
Secondo un team di ricercatori danesi, il ghiaccio marino nell’Artico è ai minimi record per ottobre, poiché acque insolitamente calde hanno rallentato il recupero del ghiaccio.
L’area risulta particolarmente colpita dal riscaldamento globale odierno. Dagli anni ’90, il riscaldamento è stato due volte più veloce rispetto al resto del mondo, poiché un fenomeno soprannominato “amplificazione artica” fa interagire aria, ghiaccio e acqua in modo rinforzante.
“L’estensione del ghiaccio marino artico di ottobre sarà la più bassa mai registrata e il tasso di crescita del ghiaccio marino è più lento del normale“, ha detto all’AFP Rasmus Tonboe, uno scienziato del Danish Meteorological Institute (DMI), osservando che il record non ha eguali da almeno 40 anni.
Secondo i dati satellitari preliminari utilizzati dall’istituto, la superficie del ghiaccio marino era di 6,5 milioni di chilometri quadrati il 27 ottobre. Solitamente esso scende a circa 5 milioni di chilometri quadrati nei mesi estivi, per poi aumentare l’estensione sino a 15 milioni di chilometri quadrati durante l’inverno. Valori ora difficilmente raggiungibili a causa delle temperature dell’aria e marine più elevate.
E’ un trend in rapido calo valutabile grazie ai dati satellitari, rilevati ormai dal 1979. Per il mese di ottobre, le misurazioni mostrano una tendenza al ribasso dell’8,2% negli ultimi 10 anni. Già a settembre i ricercatori avevano rilevato la seconda estensione più bassa di ghiaccio marino registrata nell’Artico, anche se il record risale al 2012.
La temperatura dell’acqua nella parte orientale dell’Artico, a nord della Siberia, è da due a quattro gradi più calda del normale, e nella baia di Baffin da uno a due gradi più calda. Una tendenza ormai consolidata negli ultimi anni, descritta dall’istituto come una “spirale viziosa”.
Il fattore positivo è che lo scioglimento del ghiaccio marino non contribuisce direttamente all’innalzamento del livello del mare, dal momento che esso è già nell’oceano. Ma la sua scomparsa permette un riscaldamento maggiore per l’assenza dell’albedo. Pertanto, con meno ghiaccio che riflette la luce solare, gli oceani vengono riscaldati direttamente.
Negli ultimi 40 anni l’Artico è diventato un interesse strategico per le potenze mondiali. Meno ghiaccio in alcune aree ha aperto nuove rotte marittime, che sono destinate a svolgere un ruolo più importante nel commercio internazionale, il che significa una maggiore partecipazione finanziaria per gli attori dello Stato artico. Si stima che la regione ospiterà anche il 13% delle riserve mondiali di petrolio e il 30% dei giacimenti di gas naturale non scoperti.
L’Istituto tedesco di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico (PIK) ha affermato martedì che con i livelli attuali di CO2 atmosferica – circa 411 parti per milione – lo scioglimento del ghiaccio marino artico aumenterebbe le temperature globali di 0,2°C.