Published On: Sab, Ott 31st, 2020

Le peculiarità della ‘Falena vampiro’ (Calyptra)

Non ha nulla a che fare con la luna piena o con la notte delle streghe, ma il comportamento di questo insetto è degno di una citazione.

Secondo gli scienziati del Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti, il genere Calyptra include specie comunemente note come “falene vampiro“, chiamate in questo modo per la capacità di perforare la carne e nutrirsi del sangue dei vertebrati dormienti.
Solitamente possono essere individuate nell’Europa meridionale, nell’Africa orientale e nelle regioni sub-himalayane dell’Asia meridionale. Sono di medie dimensioni con un colore terroso tenue e un’apertura alare che va dai 35 ai 72 mm.

Nella parte anteriore presentano delle proboscidi che somigliano a un ago e veri e propri uncini utilizzati per perforare frutti e pelle. Ricerche recenti supportano studi precedenti che suggeriscono che le falene che si nutrono di sangue possono assumere questo comportamento in base alla disponibilità regionale di mammiferi rispetto a ospiti vegetativi.

A differenza delle zanzare, infatti, ciò avviene in maniera meno specializzata e l’uomo non sembra essere tra le sue prede preferite.  E’ stato provato che la varietà europea C. thalictri, può essere indotta anche a bucare la pelle dell’uomo solo in assenza di cibo.

Gli antenati delle falene vampiro si nutrivano di pesche, prugne e varietà di agrumi. Gli scienziati hanno scoperto che gli esemplari maschi hanno maggiori probabilità di succhiare il sangue rispetto alle femmine; le larve si nutrono di foglie di alberi da frutto e altre piante. Le femmine succhiano le sostanze zuccherine che preleva dai frutti di cui buca la buccia penetrando nell’endocarpo e si nutrono di nettare; le larve si nutrono di foglie.

Fortunatamente non sono note per essere vettori di malattie, anche se tale eventualità è ancora oggetto di studio.

About the Author

- E' un giornalista scientifico, regolarmente iscritto all'albo nazionale. Si occupa di cronaca scientifica e duvulgazione dal 2011, anno di inizio del suo praticantato. Sin dal 2007 ha condotto numerosi studi sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica, alcuni dei quali in collaborazione con l'ArpaV.