A 50 anni da Bhola, il ciclone tropicale più mortale
Il 12-13 Novembre 1970, dove oggi sorge il Bangladesh, si scatenò il ciclone tropicale più mortale di tutti i tempi. Fu chiamato Bhola e causò il decesso di 3-500.000 persone. Si sviluppò da una depressione nel Golfo del Bengala centro-meridionale e colpì quello che allora era il Pakistan orientale.
La distruzione del ciclone non passò inosservata, tanto che grazie ad essa si posero le basi per creare dieci anni dopo il WMO’s Tropical Cyclone Programme, al fine di prevenire il ripetersi di una tale catastrofica perdita di vite umane e mitigarne gli effetti.
I cicloni tropicali – come ricorda la WMO – sono una delle maggiori minacce alla vita e alle proprietà, anche in fase embrionale. Possono causare mareggiate, inondazioni, venti estremi, tornado e causare estesi blackout elettrici. In effetti nell’ultimo mezzo secolo ben 1942 disastri sono stati attribuiti proprio a questi sistemi meteorologici, con un triste bilancio di poco meno di 800.000 vittime e 1407,6 miliardi di dollari di danni.
Oggi, la tecnologia dispone di notevoli progressi nell’accuratezza delle previsioni e degli avvisi, e ciò ha permesso di salvare migliaia di vite umane.
“Occorre fare di più“, si legge sul sito WMO. “Il cambiamento climatico, l’innalzamento del livello del mare, la popolazione e la crescita urbana stanno aumentando la vulnerabilità e l’esposizione ai cicloni tropicali“.
Bibliografia: WMO
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