Lo stramonio, erba del diavolo, erba delle streghe
Lo stramonio D. stramonium L. è una pianta appartenente alla famiglia della Solanaceae, la pianta deriverebbe dall’America centrale, ma secondo altre fonti potrebbe essere originaria dell’Asia occidentale. Questa specie viene anche utilizzata per scopi ornamentali, ma è subito doveroso ricordare come si tratti di una specie tossica che può anche essere letale.
Questa essenza vegetale si è poi diffusa e/o naturalizzata in tutte le regioni temperato-calde del globo, è infatti ritenuta specie cosmopolita. Può essere ritrovata in campi incolti, in zone ricche di azoto – è pianta nitrofila – e in ambienti ruderali. Ha una distribuzione altitudinale che va dal piano planiziale sino a quello sub-montano. È diffusa in tutte le regioni d’Italia.
Il nome del genere deriva dalla parola araba “Tathora”, mentre quello specifico deriverebbe dal termine greco “strychnon” = “solanacea” e “manicos” = “eccitato”, “furente”, per le qualità tossiche della pianta.
È una pianta annuale erbacea che può arrivare ad un’altezza di c.ca 120cm (30÷120 cm), caratterizzata da una notevole variabilità: il fusto può essere semplice o ramificato (con rami biforcati), glabro o pubescente; i fiori – lunghi fino a 10 cm – sono bianchi con aspetto caliciforme e sono costituiti da 5 petali; il calice, pentagono, è rigonfio in basso; le foglie, picciolate, possiedono forma ovata e dentata, sono grandi (fino a 20 cm) e sono di colore verde scuro sulla pagina superiore, verde chiaro in quella inferiore; la radice è a fittone. I frutti sono delle capsule ovato-aculeate suddivise in 4 valve, i semi hanno forma reniforme e sono di colore nerastro. La fioritura avviene da maggio a ottobre, mentre la fruttificazione va da agosto a ottobre.
I principi tossici si trovano in tutte le parti della pianta, ma soprattutto a livello dei semi, i quali sono contenuti nei frutti a capsula deiscente. I principi attivi sono rappresentati da diversi alcaloidi, tra cui la scopolamina, atropina, L-giusquiamina, ioscina e iosciamina.
La pianta veniva sconsideratamente utilizzata nel passato per produrre pozioni, unguenti e fumi inebrianti che venivano utilizzati per produrre allucinazioni e/o visioni durante feste sabbatiche, da qui il nome “erba delle streghe” o “erba del diavolo”. Lo stramonio veniva anche utilizzato da diversi popoli americani come gli Aztechi e alcune tribù degli indiani d’America sia per scopi medicamentosi sia per celebrare riti magici/religiosi.
Come precedentemente riportato, ogni parte della pianta è altamente tossica, in special modo i semi, e può provocare diversi sintomi come: rossore al volto el collo, secchezza delle fauci, allucinazioni, delirio, convulsioni, coma, depressione cardiorespiratoria, ecc.
Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare ed altri.
Bibliografia
- Baroni, E. (1969). Guida botanica d’Italia. L. Cappelli.
- Bulgarelli, G., & Flamigni, S. (2010). Le piante tossiche e velenose. Hoepli editore.
- Pignatti, S. (1982). Flora d’Italia, Edagricole.
- Simonetti, G., M. Watschinger and A. Zampedri (1997). Erbe di campi e prati. Orsa Maggiore.
- Spohn, M., & Golte-Bechtle, M. (2011). Che fiore è questo?. Ricca editore.
Sitografia
- Stramonio, Forum ActaPlantarum
https://www.floraitaliae.actaplantarum.org/viewtopic.php?f=95&t=10207 – visualizzato in data 17/11/2020
- Stramonio, Gruppo micologico Ancona
http://www.gruppomicologicoancona.it/it/botanica/ritrovamenti-schede/schede-descrittive/1711-datura-stramonium-l.html – visualizzato in data 17/11/2020
Immagini
- Immagine in evidenza – Manuél Marra & Geomagazine.it ©