Rigopiano: un nuovo studio sulle correlazioni valanga-onde sismiche
Il 18 gennaio 2017, dopo un 2016 tragico per il Centro Italia, avvenne la tragedia della valanga di Rigopiano. Una grande massa di neve di 77.000 metri cubi si abbatté su un hotel di Farindola in Abruzzo, nella frazione di Rigopiano. L’evento si inserì in pieno sciame sismico post terremoto del 24 agosto 2016 e dopo le nevicate eccezionali di quel gennaio. Con 29 vittime si consumò quello che è stato uno degli incidenti più gravi in valanga in Italia.
I soccorsi furono molto difficili poiché arrivati solo diverse ore dopo il distacco della valanga a causa di diverse emergenze in corso e della tanta neve caduta sulla strada per raggiungere l’hotel isolato. Fra le 40 persone presenti in albergo vi sono stati 11 superstiti, fra essi, 2 erano fuori dall’hotel e sono gli unici testimoni oculari della dinamica.
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), il Politecnico di Torino, l’Università di Monaco di Baviera e Institute for Snow and Avalanche Research SLF di Davos hanno realizzato uno studio pubblicato dalla rivista scientifica Nature. L’intento dello studio è stato quello di identificare la dinamica esatta dell’evento anche in contesto di sciame sismico.
Secondo gli studiosi gli eventi sismici in corso non sono stati la causa diretta del distacco della valanga. Le maggiori scosse si sono registrate la mattina del 18 gennaio. La più forte, intorno alle 13:30, ha avuto una magnitudo di 5,5 della scala richter con epicentro a Capitignano (AQ) a circa 50 km in linea d’aria dalla tragedia. La scossa fu udita bene anche dai clienti dell’hotel, ma i ricercatori asseriscono che la distanza dall’epicentro e le circa 2 ore dall’ultima scossa non possono essere la causa scatenante della valanga.
Le cause sembrano ricadere su un innalzamento della temperatura a quote elevate e una quantità di neve fresca che superava i 3 metri sulla sommità della montagna sopra l’hotel. Nonostante la scarsa interazione fra i due eventi gli studiosi sono riusciti a estrapolare le onde sismiche (anomale) rilasciate dalla caduta della neve e registrate sulla rete sismica nazionale.
La nicchia di distacco, posta sulla cima del Monte Siella, ha rilasciato una grande quantità di neve che si è incanalata in un canyon naturale e proprio qui che si sono prodotte onde sismiche rilevabili dalla rete di osservazione. Grazie ad esse si è stabilito che il distacco è avvenuto alle 15:41, mentre 2 minuti dopo la massa di neve è transitato nel canyon e successivamente si è abbattuto sull’hotel ad una velocità di circa 100 km/h. Anche i dati della telefonia hanno aiutato i ricercatori nella definizione dell’orario, poiché l’ultima telefonata “normale” risale alle 15:30, mentre alle 15:54 c’è un tentativo via WhatsApp di chiedere aiuto. Definita la finestra temporale di 24 minuti si è andato ad indagare sui dati registrati dai sismografi.
Questo interessante studio multidisciplinare ha permesso di evidenziare come la rete sismica possa essere utilizzata per scopi non tradizionali e riveste un’importante fonte di dati sulle dinamiche del territorio e del suolo.
Fonti Consultate:
INGV