Ecco perché manca la materia oscura in alcune galassie
Grazie al telescopio spaziale Hubble della Nasa, un gruppo di ricercatori nel 2018 notò per la prima volta una galassia priva della maggior parte della sua materia oscura. Una scoperta a dir poco inusuale, dal momento che essa rappresenta un costituente chiave negli attuali modelli di formazione ed evoluzione delle galassie.
Ad un anno dall’osservazione di NGC 1052-DF2 (com’è stata denominata), è poi giunta la scoperta di NGC 1052-DF4, una galassia distante 45 milioni di anni luce da noi avente la stessa caratteristica. Da quella notte, il dibattito ha assunto un ruolo determinante per la comprensione di tale mancanza.
Si è quindi riunito un team internazionale di astronomi guidato da Mireia Montes dell’Università del Nuovo Galles del Sud, scoprendo che l’assenza della materia oscura poteva essere spiegata dall’interazione con una vicina galassia massiccia (NGC 1035), la cui forza di gravità la sta facendo a pezzi.
Questo processo non è facile da osservare. Gli astronomi hanno sfruttato le potenzialità di Hubble e di due grandi telescopi posti alle isole Canarie per studiare la luce dell’oggetto e identificare la popolazione di ammassi globulari della galassia.
Questi agglomerati di stelle sono buoni traccianti delle proprietà della galassia che li ospita, grazie alle loro dimensioni compatte, alla loro luminosità e all’allineamento mostrato, che permette agli astronomi di svilupparne una visione globale.
Inoltre, grazie alla stessa luce della galassia, si sono avute prove di una “coda di marea” composta da materiale che si allontana dal NGC 1052-DF4. Ulteriori analisi hanno concluso che le parti centrali della galassia rimangono intatte e solo il 7% della massa stellare della galassia è ospitato in queste code di marea.
Ciò significa che la materia oscura, che è meno concentrata delle stelle, è stata precedentemente e preferenzialmente spogliata dalla galassia, e che ora comincia ad essere il turno della componente stellare esterna.
In un futuro lontano, la galassia verrà cannibalizzata da NGC 1035, lasciando fluttuare alcune stelle nel cosmo.
Si è quindi risolto un enigma astronomico che non necessita di una revisione alle leggi di gravità. I risultati sono stati pubblicati sull’Astrophysical Journal.