Gerico, la città più antica del mondo
Situata in Palestina, nella depressione del Mar Morto a ovest del fiume Giordano, Gerico è spesso definita la “città più antica del mondo“.
Gli scavi del sito originario, inaugurati nel 1907, hanno portato alla luce i resti di un insediamento protoneolitico, sul quale si sviluppò una cultura protourbana nel Neolitico preceramico A (8350-7350 ca); ma sono emerse tracce importanti di insediamenti del periodo epipaleolitico e reperti appartenenti alla cultura natufiana.
In questa fase esiste un insediamento grande, dotato di una possente fortificazione di pietra. Tuttavia, non sembrano presenti tutti i caratteri distintivi della formazione urbana ed è più corretto dire che Gerico giunge alle soglie dell’urbanizzazione, grazie alla sua favorevole posizione geografica, al centro di un’oasi, l’unica zona irrigua nell’aridissima depressione del Mar Morto.
Qui già tra il IX e VIII millennio si coltivano grano, orzo, lenticchie, piselli. L’allevamento non è stato ancora introdotto e la caccia resta una risorsa importante.
L’insediamento è formato da abitazioni rotonde od ovali, seminterrate. Le pareti sono in parte costruite con un tipo di mattone bombato e, nella parte superiore, da frasche e pali ricoperti di argilla. Le fortificazioni sono formate da un muro di cinta munito di una torre che aveva la funzione di porta della città.
Si estendeva per quattro ettari e doveva contare circa 2000 abitanti. Sulle sue rovine sorse la Gerico del Preceramico B (7000-6000), con case rettangolari, edifici adibiti a funzioni pubbliche e vani sacri annessi alle abitazioni domestiche.
Il ritrovamento di pesi da telaio attesta la conoscenza della tessitura. L’economia agricola è integrata dal commercio del sale, dello zolfo, del bitume; la caccia è ancora un risorsa importante.
LA NUOVA FASE DOPO UNA LUNGA CRISI
Dopo una lunga crisi, il sito di Gerico conosce una nuova fase urbana nel 3200-3100. Di questa Gerico ci resta solo una cinta muraria con segni di numerose riparazioni e una traccia di tessuto urbano, con abitazioni costruite con cura e con abbondante impiego di legno nelle strutture architettoniche.
Alcune campagne di scavo promosse alla fine degli anni ’90 da una missione italo-palestinese, hanno permesso di accumulare nuove conoscenze in particolare sullo sviluppo del sito e sulla cultura materiale nell’età del Bronzo Antico II-III (2900-2300).
La crisi della cultura urbana che si verifica in Palestina alla fine del Bronzo antico colpisce anche Gerico, che è di nuovo abbandonata alla fine del terzo millennio (2200-2000). La città viene rioccupata stabilmente alla fine del II millennio; nel secolo XIX a.C. si costruisce una cinta muraria del tipo a terrapieno caratteristico della Siria-Palestina del Bronzo Medio. I corredi delle tombe testimoniano l’esistenza di una città fiorente sebbene non ricchissima.
L’ENNESIMA DISTRUZIONE
La città subisce un’altra distruzione, probabilmente nel corso delle campagne di conquiste egizie, nel XVI secolo. Sul successivo insediamento del XV secolo si hanno scarse notizie.
La Gerico dell’Antico Testamento doveva sorgere sopra la città del Bronzo Medio. Ma non sono mai stati ritrovati resti di mura difensive nell’età del Bronzo Tardo (1550-1220), l’epoca in cui Giosuè, secondo la Bibbia, fece crollare le famose mura di Gerico dopo un assedio di sette giorni, portando in processione l’Arca dell’Alleanza al suono delle trombe.
Nel 587 a.C. la città fu distrutta dal re babilonese Nabucodonosor, che ne deportò gli abitanti a Babilonia; fu ripopolata da un nucleo di Ebrei ritornati dall’esilio e con il resto della Palestina entrò a far parte dell’impero persiano. Nel IV secolo a.C., la città è di nuovo distrutta per essersi ribellata al re Artaserse III. Gli abitanti la ricostruirono in un sito poco distante. Questo ciclo si ripeterà molte altre volte nel corso dei secoli.
L’attuale Gerico, abitata prevalentemente da arabi palestinesi, sorge sul sito che ospitò la città conquistata e controllata dai crociati cristiani dal 1099 al 1187, ma che poi rimase deserto fino al XIX secolo.