La sismicità in Italia
La storia dei terremoti non lascia dubbi: la nostra penisola, da nord a sud, è sempre stata sede di importanti eventi tellurici. Se ne potrebbero citare tanti le cui cronache hanno associato danni, lutti, rovine, angoscia, rabbia, errori.
L’Italia è situata su un’area di collisione che attraversa il Mediterraneo; in questa zona vengono a contatto due delle grandi placche che costituiscono il mosaico della crosta terrestre: la placca africana e la placca euro-asiatica, che stringono come in una morsa alcune zolle minori, pezzi d’Africa o d’Europa, comprimendole e sollecitandole a ruotare.
A queste immani forze in movimento, l’Italia deve la sua esistenza e la sua struttura di penisola montuosa, morfologicamente giovane, emersa di recente dal mare, con vulcani attivi al sud e dove i terremoti non sono altro che la manifestazione del cumulo di energia, nello sforzo di rimuovere le placche stesse.
L’Italia è infatti come un mosaico di piccoli pezzi e l’energia potenziale che si accumula in profondità, la rende un territorio che non può mai ritenersi al sicuro da un terremoto.
E’ interessante notare che le varie località non sono geologicamente equivalenti tra loro: a parità di energia liberata in profondità, gli effetti di un terremoto in superficie non sono uguali. Le onde sismiche possono riflettersi, rifrangersi, interferire tra loro, attenuarsi, essere rese più ampie a seconda della natura dei materiali che attraversano.
Per esempio, se come nel caso della Pianura Padana, le onde sismiche devono attraversare una spessa coltre di sedimenti (ghiaie, sabbie, argille) nel loro complesso poco rigidi, gli effetti del terremoto in superficie risulteranno attenuati.
Dove invece, come nelle montagne calcaree dell’Appennino meridionale, affiorano rocce rigide, di grande spessore, gran parte dell’energia liberata in profondità arriverà in superficie determinando tutti i suoi effetti.
La distribuzione areale non è quindi omogenea: l’arco alpino è poco sismico, ad eccezione del Trentino Alto-Adige; l’Italia settentrionale è decisamente sismica, con aree di minor pericolosità in Piemonte, Lombardia e Liguria, ma è l’Italia centro-meridionale a detenere la maggiore sismicità.
Infine, non bisogna dimenticare che le scosse telluriche possono innescare fenomeni secondari altrettanto catastrofici, come gli smottamenti e le frane, frequenti in terreni argillosi e di per sé già instabili, tanto che si rende necessario progettare con sollecitudine un piano di difesa del nostro territorio.
Anche nelle zone sismiche si deve pur vivere, abitare, svolgere le normali attività.