Emilio, il gabbiano viaggiatore
Che gli uccelli siano dei grandi migratori non è una novità. Spesso vediamo transitare stormi di uccelli che in inverno scendono verso l’Africa e ritornano da noi in primavera. La loro innata capacità a spostarsi da un luogo all’altro, facilitata dal volo, sfrutta diverse “tecniche”. I volatili possono utilizzare l’orientamento magnetico, alcuni riferimenti astronomici, riferimenti geografici a terra e fra le specie con maggiore sviluppo dell’olfatto anche questo senso. Ovviamente la migrazione degli uccelli e le loro tecniche meriterebbero bel altri approfondimenti, ma abbiamo voluto accennare quale siano i modi principali per orientarsi.
Nella Capitale, ormai hanno dimora fissa diversi gabbiani e non è difficile scorgerli nei vari luoghi monumentali di Roma. Di certo è una specie per la quale si è maggiormente portati ad associarla ad uccelli stanziali, ma non è così. Questo lo ha dimostrato un gruppo di scienziati che ha studiato 6 gabbiani. L’associazione no-profit Ornis Italica, composta da scienziati ed ornitologi, studia queste dinamiche.
Di questi 6 volatili, mediante l’uso di GPS e microchip, è stato tracciato il percorso con risultati sorprendenti. In particolare, un gabbiano, chiamato Emilio (perché nidifica vicino alla Basilica Emilia nel Foro Romano) ogni anno intraprende un viaggio di 750 km per andare qualche mese al Lago di Costanza fra Svizzera e Germania. Dopo la sua “villeggiatura estiva”, Emilio, torna nuovamente nella sua casa di Roma per trascorrere un inverno meno rigido.
Lo studio di Ornis Italica, in collaborazione con il Parco Archeologico del Colosseo (MiBACT), prosegue e promette di scoprire nuovi ed interessanti dinamiche di questi volatici che oramai sono parte integrante del paesaggio di Roma e di tante altre città.
Fonti Consultate: Ornis Italica, Parco Archeologico Colosseo