Le balene stanno tornando nelle regioni polari
La caccia alle balene ha portato molte specie sull’orlo dell’estinzione. Si stima che solo nell’Antartide siano stati uccisi 1,3 milioni di esemplari negli ultimi 70 anni. Tuttavia, un nuovo studio dimostra a distanza di decenni un’inversione di tendenza.
Già a partire dal 1925 la Lega delle Nazioni riconobbe la necessità di regolamentare le attività; nacque poco dopo la Convenzione per la Regolamentazione della Caccia alla Balena, il primo accordo internazionale ratificato da 22 nazioni nel 1931. In ogni caso, alcune delle più importanti nazioni, incluse Germania e Giappone, non ne presero parte.
Nel 1946, quattordici stati membri sottoscrissero la ICRW, arrivando alla completa sospensione nel 1986.
Ora, dopo quasi 40 anni, alcune delle specie più colpite, come ad esempio le balenottere azzurre e le megattere, stanno facendo ritorno nelle acque che circondano l’isola sub-antartica della Georgia del Sud.
Secondo un recente lavoro, infatti, sarebbero stati catalogati 41 nuovi esemplari negli ultimi 9 anni.
I ricercatori hanno documentato una ripresa anche intorno alla penisola antartica occidentale, nell’Artico occidentale e nel Mare dei Chukchi, nei pressi dell’Alaska.
Nei prossimi decenni, tuttavia, le balene dovranno affrontare diverse nuove fonti di stress; dal riscaldamento delle acque che interrompe il loro approvvigionamento alimentare all’inquinamento e alla pesca commerciale.
Con meno ghiaccio marino e periodi più lunghi senza ghiaccio in estate, molte industrie stanno cercando di espandersi o stabilirsi in queste acque remote.
Inoltre, il traffico navale, in particolare nell’Artico, è in forte aumento e le balene sono tra le più vulnerabili all’aumento dell’inquinamento acustico marino e alla minaccia potenzialmente letale di collisione.
La nuova sfida è trovare nuove misure che non vadano ad inficiare quanto di buono è stato fatto sino ad ora.