L’energia dall’acqua in Italia, rinnovabile da sempre
Quando si pensa alle energie rinnovabili il primo pensiero va solitamente agli impianti eolici e solari. C’è però una tecnologia che da oltre un secolo produce energia a zero emissioni. Stiamo parlando dell’energia idroelettrica. Nel 1848 l’ingegnere inglese James Francis inventò la turbina idraulica che porta il suo nome. In pochi anni la tecnologia si diffuse in tutti i paesi sviluppati e con il susseguirsi negli anni delle invenzioni delle turbine Pelton e Kaplan, che prendono il nome dagli inventori, divenne la prima fonte di energia al mondo.
La prima centrale idroelettrica al mondo entrò in esercizio nel 1881 presso le cascate del Niagara in USA. L’Italia, madre di Alessandro Volta, iniziò lo sviluppo della forza motrice dell’acqua già da fine ‘800. Il primo impianto viene convenzionalmente indicato come quello di Paderno (MI) sul fiume Adda che fu avviato nel 1895. Un primo esperimento fu però già fatto in val Chiavenna (SO) nel 1883.
Con il ‘900 gli impianti si svilupparono esponenzialmente in tutto il Paese e si iniziarono a costruire anche i primi invasi per fare regolazione. Lo scopo degli invasi è quello di conservare l’acqua in un serbatoio quando è disponibile nel corso d’acqua per poi utilizzarla quando il corso d’acqua scarseggia e non permetterebbe la produzione di energia. Di fatto i serbatoi possono essere considerati delle batterie “naturali”.
Oggi l’idroelettrico in Italia resta la tecnologia rinnovabile di punta. Negli anni ha subito periodi di sviluppo e di stop, seppur è cresciuta con costanza. Negli anni ’60-’70 e nuovamente nel 2000 si svilupparono molto gli impianti termici e l’idroelettrico perse importanza nello sviluppo. Nel recente presente invece si è sviluppato il mini-idroelettrico. Piccoli impianti che sfruttano piccoli salti su piccoli corsi d’acqua oppure che sfruttano l’energia da dissipare negli acquedotti.
Come in tutte le tecnologie, da quelle fossili a quelle rinnovabili, non sempre gli impianti vengono ben accettati dalle popolazioni locali. Di certo la strada è quelle delle emissioni zero e bisogna dismettere gli impianti inquinanti. Per l’idroelettrico di certo è importante fare impianti in sintonia con l’ambiente e il territorio. Oggi si realizzano impianti dotati di passaggio per l’ittiofauna (scala dei pesci). Dagli anni 2000 inoltre viene rilasciato il cosiddetto deflusso minimo vitale e dunque viene garantita idraulicità al corso d’acqua tutto l’anno per consentire il mantenimento degli habitat fluviali.
Secondo i dati Terna, al 31/12/2019, erano presenti in Italia 4.401 impianti idroelettrici. L’80% si trovano negli regioni alpine (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Trentino) il restante 20% nelle regioni appenniniche. Ogni regione italiana ha almeno un impianto idroelettrico. Il Piemonte ne ha oltre 900 ed è la prima regione, mentre la Puglia con 9 impianti chiude la classifica regionale. La somma di tutte le centrali idroelettriche italiane ha una potenza pari a circa 23 GW (l’equivalente di 22 milioni di aspirapolveri di potenza 1.000 watt) pari al 20% della totalità degli impianti installati in Italia sia di energia fossile (carbone e gas) che rinnovabile.
Grazie anche all’energia idroelettrica, l’Italia è uno dei grandi paesi con più rinnovabili nel mix energetico. Circa il 34% della produzione nazionale annua arriva da energie rinnovabili e l’idroelettrico è la tecnologia con maggiore produzione. La forza motrice dell’acqua cuba il 40% di tutta la produzione rinnovabile (20% fotovoltaico, 16% eolico ecc) e a differenze delle altre tecnologie rinnovabili, grazie ai serbatoi, può essere anche regolabile.
Fra i paesi europei l’Italia si colloca al 4° posto per produzione da forza idroelettrica, dietro Norvegia, Svezia e Francia. La Norvegia è la regina di questa tecnologica con 138 TWh (2017) di energia prodotta in un anno, mentre in Italia ne vengono prodotti circa 45 TWh (1 TWh = 1 miliardo di kWh).
Il futuro è delle rinnovabili e anche l’idroelettrico, seppur venga definitiva una tecnologia “matura”, riveste e rivestirà un ruolo strategico nell’energia pulita per il nostro Paese. I nostri nonni, pionieri della tecnologia, hanno permesso di portare la luce nelle città e nei piccoli borghi più remoti. Ancora oggi questi impianti e la tecnologia idroelettrica continuano ad essere al servizio del Paese rivestendo nel sistema elettrico nazionale un nuovo ruolo moderno.
Fonti consultate: Terna, Rinnovabili.it, Anter Italia, Eurelectric