Frane su Marte, prova di un mondo ancora attivo
Le esplorazioni spaziali di Marte ci hanno consegnato l’idea di un pianeta brullo e disabitato. E’ stata la fine delle speculazioni che per decenni l’avevano caratterizzato: nessuna civiltà intelligente risiede sul pianeta rosso.
Studi successivi hanno poi fatto luce sull’attività geologica, specie delle regioni di Tharsis e Valles Marineris, come un processo ormai cessato da tempo.
Tuttavia, negli ultimi decenni i rover hanno ritratto prove che Marte è ancora attivo.
Il Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), ha mostrato frane relativamente recenti in un cratere vicino Nili Fossae. Quest’area fa parte della regione della Syrtis Major e si trova appena a nord del cratere Jezero (dove il rover Perseverance atterrerà tra sei settimane).
L’immagine, acquisita dalla Context Camera, copre un’area che misura quasi 5 km di diametro ed è stata scattata mentre l’MRO era 284 km sopra la superficie. I geologi hanno quindi compreso che su Marte si verificano processi di pendenza, un termine ampio che può significare il movimento in discesa di rocce e detriti, grandi smottamenti, frane, colate, ecc.
Su Marte, le immagini precedenti hanno mostrato una gamma completa di queste attività, da valanghe di rocce giganti a piccoli crolli e singole frane.
Marte, del resto, un tempo ospitava acqua corrente.
Miliardi di anni fa sul pianeta rosso scorrevano fiumi, c’erano laghi e persino un oceano lungo la pianura settentrionale.
Oggi tutto ciò è scomparso, ma il pianeta resta vivo.
Comprendere le forze che ancora lo modellano rappresentano un tema fondamentale della ricerca.