Published On: Mar, Gen 19th, 2021

E’ possibile catturare l’energia dei buchi neri?

Tra le nozioni acquisite attraverso la Relatività Generale di Einstein c’è l’enorme quantità di energia che i buchi neri mettono a disposizione.

Negli ultimi 50 anni, gli scienziati hanno cercato di escogitare metodi per liberare questo potere. Il fisico premio Nobel Roger Penrose ha teorizzato che la disintegrazione di una particella potrebbe trarre energia da un buco nero.

Lo scienziato Stephen Hawking ha proposto che i buchi neri potrebbero rilasciare energia attraverso l’emissione meccanica quantistica; mentre Roger Blandford e Roman Znajek hanno suggerito la coppia elettromagnetica come agente principale dell’estrazione di energia.

Credit: NASA / Goddard Space Flight Center

Ora, in uno studio pubblicato sulla rivista Physical Review D, i fisici Luca Comisso della Columbia University e Felipe Asenjo dell’Universidad Adolfo Ibanez in Cile, avrebbero trovato un nuovo modo per estrarre energia dai buchi neri rompendo e ricongiungendo le linee del campo magnetico vicino all’orizzonte degli eventi.

Una scoperta che potrebbe consentire agli astronomi di perfezionare le stime di rotazione e fornire una fonte di energia per le esigenze di una civiltà avanzata.

Comisso e Asenjo hanno costruito la loro teoria sulla premessa che la riconnessione dei campi magnetici accelera le particelle di plasma in due direzioni. Un flusso di plasma viene spinto contro la rotazione del buco nero, mentre l’altro viene spinto nella direzione opposta e può sfuggire alle grinfie del corpo celeste.

Ed è così, quindi, che ciò consentirebbe di estrarre enormi quantità di energia. Anche se può sembrare roba da fantascienza, potrebbe rappresentare la risposta ai nostri futuri bisogni energetici.

About the Author

- E' un giornalista scientifico, regolarmente iscritto all'albo nazionale. Si occupa di cronaca scientifica e duvulgazione dal 2011, anno di inizio del suo praticantato. Sin dal 2007 ha condotto numerosi studi sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica, alcuni dei quali in collaborazione con l'ArpaV.