Published On: Ven, Gen 29th, 2021

Mari sempre più caldi: capire la dinamica e la fisica degli oceani

Negli oceani, nei primi 20-200 metri di profondità, si trova lo strato di rimescolamento, dove la temperatura è pressoché costante. Tale strato funge da isolante per il riscaldamento marino estremo, e da schermatura al riscaldamento delle acque più profonde.

Ora, secondo un nuovo studio dell’Università del Colorado, questo strato sta divenendo sempre più superficiale. E quindi più facilmente soggetto a riscaldamento.
Per tale motivo le ondate di calore marine diverranno sempre più estreme e frequenti.

Il perché è semplice: uno strato di rimescolamento più sottile è maggiormente coinvolto a rapidi sbalzi termici. Ci vorrà quindi meno calore per riscaldare l’oceano.

La ricerca, pubblicata nel Bulletin of the American Meteorological Society ‘s Explaining Extreme Events, ha scoperto che negli ultimi 40 anni lo strato si è assottigliato di quasi 3 metri in alcune regioni del Pacifico settentrionale.
E le proiezioni indicano che entro il 2100, in assenza di variabili, perderà un ulteriore metro.

La minore profondità dello strato, unito al riscaldamento atmosferico sempre maggiore, getterà le basi per oscillazioni termiche oceaniche evidenti.

Secondo il team sta già accadendo. Nel 2019, ad esempio, il Pacifico nord-orientale ha fatto registrare un’anomalia di temperatura di circa +3°C. I ricercatori affermano che gli stessi parametri, proiettati nel 2100, avrebbero prodotto un’anomalia pari a +6,5°C. Un evento in grado di devastare gli ecosistemi marini lungo la costa occidentale degli States.

Non molti hanno esplorato la causa principale: la dinamica e la fisica degli oceani.

About the Author

- E' un giornalista scientifico, regolarmente iscritto all'albo nazionale. Si occupa di cronaca scientifica e duvulgazione dal 2011, anno di inizio del suo praticantato. Sin dal 2007 ha condotto numerosi studi sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica, alcuni dei quali in collaborazione con l'ArpaV.