Ecco perché l’inquinamento dei mari è pericoloso per la nostra salute
L’inquinamento degli oceani è una miscela complessa di metalli tossici, plastica, prodotti chimici manifatturieri, petrolio, rifiuti urbani e industriali, pesticidi, fertilizzanti, prodotti chimici farmaceutici, deflusso agricolo e acque reflue.
Raggiunge i mari attraverso fiumi, deflusso e depositi in atmosfera (attraverso le precipitazioni), oltre che dagli scarichi degli impianti di trattamento delle acque reflue.
E’ in costante peggioramento, specie lungo le coste dei paesi a basso reddito, ma a quanto pare non è ben compreso. E non conosce confini.
INQUINAMENTO CAUSATO DALLA PLASTICA
La forma più invasiva è quella della plastica: ogni anno, più di 10 milioni di tonnellate ne invadono i mari. La maggior parte di essa si scompone in microplastiche e si accumula nei sedimenti costieri, ma anche sino agli abissi. I frammenti più grandi galleggiano sino a decenni, concentrandosi nelle note isole di plastica di cui tanto si parla.
Le microplastiche contengono molteplici sostanze chimiche tossiche che vengono aggiunte per renderle flessibili, colorate, impermeabili o resistenti alla fiamma.
Questi includono agenti cancerogeni, neurotossine e interferenti endocrini, sostanze chimiche che interferiscono con gli ormoni e possono causare cancro, difetti alla nascita e ridotta fertilità.
Queste particelle cariche di sostanze chimiche entrano nella catena alimentare e si accumulano nei pesci e nei crostacei. Quando gli esseri umani mangiano frutti di mare contaminati da questi materiali, ingeriscono milioni di particelle microplastiche e le numerose sostanze chimiche che trasportano. Sebbene sia ancora in corso un dibattito sui danni all’uomo, l’esposizione a queste sostanze chimiche aumenta il rischio delle malattie. Praticamente tutti noi oggi abbiamo microplastiche nel nostro corpo.
IL MERCURIO
Il mercurio è diffuso negli oceani e il principale colpevole è la combustione del carbone nelle case e nell’industria. Tutto il carbone contiene mercurio e, quando brucia, il mercurio vaporizza, entra nell’atmosfera e alla fine finisce in mare. L’estrazione dell’oro è un’altra fonte, poiché il mercurio viene utilizzato per dissolvere l’oro dal minerale.
Il mercurio può accumularsi a livelli elevati nei pesci predatori come il tonno e il pesce spada, che a loro volta vengono mangiati da noi. Il pesce contaminato, inoltre, può essere particolarmente pericoloso se mangiato dalle future mamme.
L’esposizione del mercurio ai bambini nel grembo materno può danneggiare il cervello in via di sviluppo, riducendo il Q.I. e aumentando i rischi di autismo, A.D.H.D. e altri disturbi dell’apprendimento. L’esposizione al mercurio degli adulti aumenta i rischi di malattie cardiache e demenza.
IL PETROLIO
Gli inquinanti del petrolio causati dalle fuoriuscite minacciano i microrganismi marini che producono gran parte dell’ossigeno terrestre riducendo la loro capacità di fotosintesi. Questi microrganismi benefici utilizzano l’energia solare per convertire il biossido di carbonio atmosferico in ossigeno e sono anche influenzati da inquinanti organici e altre sostanze chimiche. Quando si verifica una grave fuoriuscita di petrolio, l’impatto può essere enorme.
RIFIUTI INDUSTRIALI
L’inquinamento costiero da rifiuti industriali, deflusso agricolo, pesticidi e acque reflue aumenta la frequenza delle fioriture di alghe dannose, note come maree rosse, maree brune e maree verdi. Queste fioriture producono potenti tossine come la ciguatera e l’acido domoico che si accumulano nei pesci e nei crostacei. Se ingerite, queste tossine possono causare demenza, amnesia, paralisi e persino morte rapida. Se inalati, possono causare asma.
E gli impatti sulla salute dell’inquinamento degli oceani ricadono in modo sproporzionato sulle popolazioni indigene, sulle comunità costiere e sulle popolazioni vulnerabili nel sud del mondo, sottolineando la scala planetaria di questa ingiustizia ambientale.
RISULTATI ALLARMANTI, MA C’E’ LA SOLUZIONE…
Sebbene i risultati di questo rapporto siano allarmanti, la buona notizia è che l’inquinamento degli oceani, come tutte le forme di inquinamento, può essere controllato e prevenuto. I divieti sulla plastica monouso e una migliore selezione dei rifiuti possono ridurre l’inquinamento alla fonte, in particolare i rifiuti di plastica, sia a terra che in mare.
I governi saggi hanno frenato altre forme di inquinamento implementando strategie di controllo basate su leggi, politiche, tecnologia e applicazione mirata. Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno ridotto l’inquinamento atmosferico del 70% dall’approvazione del Clean Air Act nel 1970. Hanno salvato migliaia di vite.
La protezione del pianeta è una preoccupazione globale e la nostra responsabilità collettiva. I leader che riconoscono la gravità dell’inquinamento degli oceani, ne riconoscano i crescenti pericoli, coinvolgano la società civile e intraprendano azioni coraggiose e basate su prove per fermare l’inquinamento alla fonte. Sarebbero essenziali per salvaguardare la nostra salute.
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