Published On: Mer, Feb 10th, 2021

I satelliti e il contributo quotidiano sulle nostre vite

Poco al di fuori del nostro pianeta orbitano circa 3000 veicoli spaziali. Un numero elevato che è ancora destinato a crescere grazie alle innovazioni tecnologiche.
Se da un lato un numero così elevato pone il noto rischio dei detriti spaziali, dall’altro offre una serie di comodità che sfruttiamo quotidianamente nel corso della vita.
Dal Gps per la navigazione alle previsioni meteorologiche, passando per molteplici informazioni utili, alcune delle quali vi stupiranno.

INTERVENGONO NEI PAGAMENTI

In qualsiasi modo si paghi un caffè al mattino, da Google Pay al denaro prelevato dal bancomat, ciò è possibile attraverso i satelliti. In effetti, tutte le transazioni finanziarie, da quelle multimilionarie della borsa all’abbonamento Netflix mensile, si basano su servizi di localizzazione satellitare e temporizzazione per la sicurezza.

I sistemi globali di navigazione satellitare orbitano a circa 20.000 km sopra la superficie della Terra e comunicano continuamente con telefoni e computer per dire loro con precisione dove si trovano e che ore sono. Il GPS, un sistema statunitense, è il più noto di questi, ma i sistemi Galileo e Glonass forniscono servizi simili.

Facciamo affidamento su questa tempistica precisa per garantire che le transazioni finanziarie avvengano in sincronia. Se abbiamo sbagliato i nostri orari, potrebbe sembrare che il denaro arrivi sul conto di una persona prima che abbia lasciato l’altro. Ciò è particolarmente problematico per gli scambi di borsa in cui i prezzi possono fluttuare drasticamente in pochi secondi, ma è anche un requisito di sicurezza per le istituzioni finanziarie di tutto il mondo.

SALVANO VITE UMANE

A causa del surriscaldamento climatico è probabile che le tempeste tropicali stiano divenendo più frequenti. Ciò avverrebbe a causa della maggiore energia in gioco e alle temperature marine sempre più elevate. Ma non solo; stiamo assistendo ad un numero elevatissimo di incendi, dettato dalle temperature ambientali sempre maggiori.

Ebbene, i satelliti rappresentano uno strumento fondamentale per monitorare questi eventi ai fini preventivi, studiarne il comportamento e supportare gli sforzi di soccorso.
In questi casi subentra la possibilità di misurare il vento, visionare le mappe del terreno e della vegetazione, e usare immagini ad infrarossi per visionare i punti caldi.
Sebbene tutti questi sforzi siano ammirevoli, per una sfida globale così drastica abbiamo bisogno di una risposta globale coordinata. Nel 2000, 17 paesi hanno deciso di condividere liberamente i dati satellitari in caso di emergenza. Ad oggi, ci sono stati quasi 700 utilizzi di questa carta per sostenere gli sforzi di risposta ai disastri in 126 paesi, attingendo ai dati di oltre 60 satelliti.

NESSUN LIMITE TERRITORIALE

Questi veicoli volanti operano in una “terra di nessuno“, ossia in nessuna area dove un paese possa rivendicare una regione di spazio come propria. Ecco perché i satelliti possono reperire immagini ovunque sulla Terra, a differenza di aerei o droni che necessitano di regolari permessi dello spazio aereo in cui operano.
Orbitano in genere tra 300 e 1000 Km sulle nostre teste e impiegano solo 90 minuti per completare un’orbita intorno al nostro pianeta.

Con quasi 3000 satelliti in testa, è molto difficile nascondersi da tutti gli occhi nel cielo. Per questo motivo, i dati satellitari sono diventati una fonte vitale per attivisti, giornalisti e investigatori. Ciò ha consentito alle comunità locali di affrontare la deforestazione illegale, il perseguimento di criminali di guerra e invenzioni governative come l’abbattimento di Malaysia Airlines MH17.

SONO UTILI CONTRO I PIRATI

Tutte le navi al di sopra di una certa dimensione devono trasmettere la loro posizione ogni minuto circa. Vicino alla costa, questi segnali possono essere rilevati da antenne terrestri, ma quando si trovano in mare aperto possono essere ricevuti solo dai satelliti e, ovviamente, da altre navi vicine.

Pirati e pescatori illegali, navigano nel buio per evitare di essere scoperti. Tuttavia, grazie alle immagini in alta risoluzione, è possibile individuare le barche sulle quali operano. Una tecnica che prende il nome di radar ad apertura sintetica.
Effettuando dei confronti, quindi, è oggi possibile identificare quelle navi che si sono “oscurate” e avvisare le autorità che qualcosa di sospetto è in corso.

SALVARE LE SPECIE MINACCIATE DI ESTINZIONE

Contare tutti gli esemplari, compresi quelli che vivono in luoghi remoti, è realmente complicato.

Per affrontare questa sfida, sono state utilizzate immagini satellitari per stimare le dimensioni delle colonie di pinguini misurando la quantità di guano (escrementi di uccello) sul ghiaccio.
Di recente, utilizzando dati satellitari ad altissima risoluzione, gli scienziati sono stati persino in grado di identificare e contare singoli animali, come balene ed elefanti, in immagini prese dallo spazio.

È ben lungi dall’essere in grado di rintracciare un cane smarrito, ma è uno strumento incredibile per gli ambientalisti che cercano di proteggere le specie animali in via di estinzione a causa del bracconaggio, dell’invasione umana e della distruzione dell’habitat.

RICERCA DI FORME DI VITA EXTRATERRESTRI

Contrariamente a quanto si possa credere, non tutti i satelliti guardano verso il basso. Oltre a quelli adibiti all’osservazione solare, alcuni di essi guardano nello spazio profondo. Il loro utilizzo consente di evitare la turbolenza atmosferica.

Questa visione priva di seeing è particolarmente importante nella ricerca degli esopianeti. A differenza delle stelle, i pianeti non emettono luce propria, quindi li rileviamo misurando la piccola caduta di luce stellare che si verifica quando il pianeta passa davanti alla stella su cui sta orbitando. La nota tecnica del transito. 

La speranza è che alcuni di questi pianeti possano essere come la nostra Terra e in grado di ospitare vita extraterrestre.  Un giorno queste missioni potrebbero rispondere alle domande più significative della nostra esistenza. 

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it