Come si misura la portata di un fiume? L’idrometro strumento tecnico e elemento di paesaggio
Gli elementi paesaggistici introdotti dall’operato umano nel corso della storia contribuiscono alla costruzione delle identità culturali attraverso il processo che Angelo Turco definisce di “territorializzazione”. La significazione e la ri-significazione di elementi paesaggistici è una dinamica che ha interessato i fari costieri, le case cantoniere, i caselli idraulici.
In questo senso anche le stazioni idrometriche possono rappresentare un elemento paesaggistico che arricchisce l’identità di un territorio, e rappresentare manufatti che, oltre ad avere una specifica funzione tecnica, possono costituire elementi che stimolano una curiosità interdisciplinare e sono caratterizzati da contenuti che vanno dall’ingegneria, alla geografia, ma incarnano fortemente aspetti del paesaggio storico e culturale.
L’idrometro è uno strumento che rileva le quote idrometriche, ovvero il livello dell’acqua in corsi o in specchi d’acqua. Solitamente il livello è misurato a partire da un punto di riferimento scelto arbitrariamente, ma legato a condizioni di magra (il cosiddetto “zero idrometrico”). Nei corsi d’acqua la misura di un livello può essere ricondotta alla stima della portata in transito, mediante le equazioni dell’idrodinamica o della foronomia. Qualche giorno fa mi è capitato di visitare la stazione idrometrica di Bolzano, sul torrente Talvera.
Non si tratta di un’opera situata in un punto di particolare interesse geografico o idrografico, in quanto il corso d’acqua, un subaffluente dell’Adige, non è di particolare rilevanza (50 km di lunghezza per un bacino imbrifero di poco superiore ai 400 km2). Quanto però risulta apprezzabile è la volontà di costituire, all’interno della città di Bolzano ed in una sezione che chiude il bacino imbrifero a valle di numerose derivazioni e restituzioni di risorsa per lo più a scopo idroelettrico, una vera e propria sezione di controllo, con un presidio che costituisce anche elemento di cultura tecnica e geografica di tipo divulgativo.
La stazione idrometrica consta di un locale tecnico in cui sono posizionati sensori meteorologici ed alcuni pannelli che illustrano l’idrologia e gli elementi biologici del corso d’acqua. Il livello è misurato in corrispondenza di una briglia, ovvero un’opera di sistemazione trasversale, probabilmente con un sensore immerso in pressione.
Il giorno della visita, il 13 febbraio, la portata era particolarmente bassa (sulle Alpi febbraio è tipicamente il mese con le portate più ridotte). La portata calcolata sulla base della rilevazione del carico idraulico (di 13,4 cm) è di 2 m3/s. Da conti triviali si deduce che la larghezza della briglia, per la sezione bagnata, deve essere pari a 16 metri, che sembra all’occhio ragionevole. Ovviamente con l’aumentare delle portate il regime idraulico si modifica ed è necessario eseguire delle tarature sia a tavolino, con strumenti di calcolo, sia con mulinelli idraulici, che vengono inseriti nella corrente per diversi regimi di portata, tipicamente elevati. I mulinelli sono inseriti nel torrente grazie a delle carrucole e corde che si notano sopra la sezione di interesse, nella foto riportata.
I cartelli in bella mostra all’interno della stazione idrometrica hanno, per persone curiose o introdotte, un fascino particolare già a partire dalla doppia lingua, che stimola il ripasso o la conoscenza di termini tecnici in tedesco che non hanno un utilizzo molto comune. Ma ritengo che il presidio consenta di operare un processo di significazione geografica che trasmette consapevolezza anche al semplice passante: l’acqua è patrimonio di tutti, va preservata ed il personale tecnico della Pubblica Amministrazione ne monitora la quantità e la qualità, spiegando come funzionano queste attività.
Altre stazioni idrometriche, su corsi d’acqua più importanti, hanno anche un particolare significato storico: si pensi al Padimetro di Ferrara, che segna i livelli idrometrici estremi in alcune piene del Po alla sezione di Pontelagoscuro. Non è nemmeno chiaro se i livelli segnati corrispondano, nella quota tracciata, alla quota effettiva raggiunta dal Po, e nemmeno è univoca l’etimologia del termine Padimetro, che però fa probabilmente riferimento al corso d’acqua per antonomasia nella penisola italica, il Padus.
Altri idrometri sul canale Cavour o sul Tevere sono elementi paesaggistici ricchi di storia (si veda ad esempio la storia dell’idrometro di Ripetta) ma le stazioni idrometriche potrebbero essere valorizzate in modo anche più sistematico unendo gli aspetti tecnici, storici, naturalistici, ed andando a costituire se non elementi turistici in senso stretto, dei marker di interesse in escursioni o camminate all’aria aperta, fornendo elementi di riflessione per le scolaresche ed i semplici passanti.