Gli eventi di distruzione mareale fungono da potenti acceleratori di particelle
Quando una stella si avvicina all’orizzonte degli eventi di un buco nero super-massiccio ne subisce l’imponente gravità. Ne deriva un effetto di allungamento dovuto alle forze di marea.
Il corpo finisce per esserne lacerato, causando un evento di distruzione mareale (TDE).
Circa la metà dei detriti stellari viene lanciato nello spazio, mentre l’altra metà si deposita su un disco vorticoso attorno al buco nero e prima di precipitare, la materia dal disco di accrescimento diventa sempre più calda e brillante.
L’EVENTO
Quanto descritto è accaduto ad una stella lontana in una galassia (2MASX J20570298+1412165) nella costellazione del Delfino, contenente un buco nero con una massa pari a 30 milioni di soli.
In relazione a questo evento, circa 700 milioni di anni fa una particella subatomica (neutrino) fu scagliata nello spazio cominciando il suo lungo viaggio verso la Terra.
Il 9 Aprile 2019, la camera Zwicky Transient Facility (ZTF) del Monte Palomar ne individuò il bagliore, e sei mesi dopo il rilevatore di neutrini IceCube al Polo Sud registrò un neutrino estremamente energetico proprio in quella direzione.
Si è schiantato contro il ghiaccio antartico con un’energia pari a oltre 100 teraelettronvolt, ossia 10 volte l’energia massima che può essere raggiunta nel più potente acceleratore di particelle del mondo.
L’analisi ha poi mostrato che questo particolare neutrino aveva solo una possibilità su 500 di essere puramente coincidente con l’evento di distruzione mareale.
NATURALI ACCELERATORI DI PARTICELLE
L’evento ha fornito molti indizi su processi poco compresi. La rilevazione del neutrino indica l’esistenza di un potente motore centrale vicino al disco di accrescimento, che emette particelle veloci. E l’analisi combinata dei dati provenienti da telescopi radio, ottici e ultravioletti ci fornisce ulteriori prova che il TDE agisce come un gigantesco acceleratore di particelle.
La Zwicky Transient Facility è stata progettata per catturare centinaia di migliaia di stelle e galassie in un unico scatto e può osservare il cielo notturno in modo particolarmente veloce. Grazie al suo ampio campo visivo, essa può scansionare l’intero cielo per tre notti, trovando più oggetti variabili e transitori rispetto a qualsiasi altro rilevamento ottico precedente.