Lo scioglimento delle nevi in montagna
Lo scioglimento delle nevi in montagna è una fase fondamentale del ciclo dell’acqua.
Quando, al termine della stagione invernale, i primi raggi del Sole cominciano a illuminare le montagne, la coltre nevosa comincia a sciogliersi. Dapprima scompare dalle cime meglio esposte, poi incomincia a liquefarsi sui versanti orientati a nord e, infine, abbandona anche le ultime zone d’ombra.
Il processo alimenta molti ruscelli e torrenti che si riuniscono via via in corsi d’acqua più grandi e vanno a sfociare nei fiumi. Il processo è piuttosto lento: si protrae per parecchi mesi, a seconda della quota.
In alta montagna si completa solo verso la metà dell’estate (ma le nevi cosiddette “perenni” non si sciolgono mai), mentre a quote inferiori inizia fin dai mesi di Aprile o Maggio.
Questo protrarsi del fenomeno è benefico, dal momento che la massa di neve accumulatasi durante l’inverno è di notevoli proporzioni; se si sciogliesse in pochi giorni, le inondazioni sarebbero devastanti. In ogni modo, l’acqua possiede un notevole potere calorifero, e non potrebbe cambiare di stato, passare cioè dallo stato solido a quello liquido, all’improvviso.
Sulle montagne i microrganismi, le piante e gli animali si sono adattati al progressivo scioglimento delle nevi. Alcuni di essi sono precoci ed escono dalle tane o iniziano a sbocciare non appena il Sole comincia a riscaldare di più. E’ il caso di fiori come i crocus, i bucaneve, le tussilagini e le primule; altri invece si godono per molto più tempo i loro rifugi invernali, come le marmotte, le lucertole, i serpenti.
In molti casi, soprattutto per quanto riguarda i vegetali, il periodo invernale sotto la neve è indispensabile per il successo della successiva stagione vegetativa.