La missione Perseverance su Marte dal punto di vista geologico
La recente missione del Perseverance su Marte ha aperto una nuova dimensione nell’esplorazione del pianeta rosso. La Nasa ha scelto come luogo di atterraggio il cratere Jezero, dal nome di un comune della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina che presenza similitudini morfologiche.
Il sito, pertanto, è stato scelto anche in relazione all’orografia, sebbene l’obiettivo primario sia quello della ricerca di segni di forme di vita remote. Nonostante la geologia si occupi principalmente della struttura fisica di un pianeta, la biologia è inestricabilmente annodata con la materia.
IL CRATERE JEZERO
Un tempo era un grande lago, creatosi probabilmente durante un periodo di continuo deflusso superficiale al confine tra diverse aree geologiche di diverse epoche. Lo alimentavano due corsi fluviali che scolpivano le insenature e che culminavano in un grande delta a forma di ventaglio. Oggi, attraverso la raccolta di sedimenti e grazie al suo antico litorale, il cratere è un obiettivo primario della geologia planetaria.
Il veicolo è atterrato nei pressi del lato occidentale, proprio vicino al delta.
Quel sedimento fluviale contiene antiche argille, particolarmente adatte ad intrappolare e preservare la materia organica; motivo in più, per un eventuale geologo che avesse la possibilità di esplorarlo, di recarsi verso quell’area.
E’ così elevato che il bordo somiglia ad una scogliera. Perseverance attraverserà il fondo di quella struttura rocciosa prima di farsi strada lungo il delta, sperando di raggiungere l’antico litorale. Quindi, qualora dovesse farcela, scalerà la sella di esondazione del cratere di 610 metri ed esplorerà alcune delle pianure che lo circondano.
La sua missione principale durerà 2 anni terrestri (un anno marziano), ma l’agenzia spaziale statunitense sostiene che è probabile che in quel lasso di tempo completerà circa la metà della traversata. Tuttavia, i rover godono di grande autonomia: ad esempio Curiosity, lanciato nel 2012, è ancora operativo.
UNA RICCHEZZA GEOLOGICA
Gli altopiani che circondano il cratere vantano una vera e propria ricchezza geologica. La regione dell’altopiano di Terra Sabaea contiene rocce del Paleozoico di Marte (il Noachiano: 4,1-3,7 miliardi di anni fa). Allo stesso periodo risale il bacino di Isidis. La pianura di Isidis Planitia è invece molto più giovane, risale all’Esperiano (3,7-3,0 miliardi di anni fa) e all’Amazzoniano. Il risultato è che le rocce e altri depositi intorno al cratere Jezero provengono da ciascuna delle tre epoche geologiche marziane.
La vicina Syrtis Major è una provincia vulcanica le cui colate laviche risalgono, anch’esse, all’Esperiano. La regione di Nili Fossae è un sistema di canali che si è formato dalle scosse dell’impatto di Isidis. Qui sono state ritrovate rocce portanti di carbonato costituite da rocce ultramafiche alterate dal punto di vista idrotermale.
Di particolare interesse sono i detriti agglomerati, che in sedimentologia prendono il nome di megabreccia, formati durante l’impatto che formò l’enorme bacino da impatto di Isidis.
Ad ovest di Jezero, nel substrato roccioso noachiano, si trova roccia ignea e colate di lava provenienti dall’altopiano di Syrtis Major. Le megabreccia possono essere molto grandi, fino a un chilometro di diametro, e possono contenere preziosi indizi sull’evoluzione geologica di Marte.
Quanto descritto, insomma, rappresenta la gita da sogno di un geologo che si trovasse sul pianeta rosso.
MARS EXPRESS ORBITER
L’area è così interessante che già l’ESA, agli inizi degli anni 2000 (2 Giugno 2003), inviò il Mars Express Orbiter nei pressi del pianeta. Esso gestisce una speciale telecamera chiamata DLR, acronimo di German Aerospace Center, stereoscopica ad alta risoluzione (HRSC). L’HRSC è una potente unità che ha come missione l’immagine e lo studio della superficie di Marte. Tra i suoi compiti c’è la caratterizzazione dell’evoluzione geologica del pianeta e parte del suo lavoro è creare modelli digitali del terreno (DTM) ad alta risoluzione, inclusa la regione che circonda Jezero.
Il DLR ha recentemente rilasciato due immagini del cratere e dell’area circostante, evidenziando parte del contesto geologico e della topografia. Le immagini aiutano a spiegare la diversità geologica dell’area e il motivo per cui è stata scelta come area di destinazione di Perseverance.
I LIMITI DI PERSEVERANCE
Sebbene Perseverance possa agire come una sorta di geologo sul campo, ha i suoi limiti. Il suo trapano può raggiungere solo profondità ridotte e non possiede l’intuito e la conoscenza di un vero scienziato. Inoltre, non può avere a disposizione un vero laboratorio; non a caso la sua missione consiste nel raccogliere campioni che poi verranno analizzati dai ricercatori sulla Terra con esami più approfonditi. Tuttavia, ci insegnerà molto in merito alla storia geologica di Marte e alle potenziali forme di vita.
UN GEOLOGO SU MARTE
Quanto descritto è una parte di ciò che vedrebbe un vero geologo in quella determinata area marziana. Marte affascina l’uomo sin dalla notte dei tempi, tanto da ispirare da secoli scrittori, scienziati e registi.
Forse l’uomo riuscirà un giorno a colonizzare il pianeta rosso, o forse no, nessuno ad oggi è in grado di saperlo. Tuttavia, la missione Perseverance, quelle che l’hanno preceduta e quelle che verranno, stanno dando vita, seppur indirettamente, a straordinarie gite geologiche immaginarie.
Bibliografia: MarsNasa.gov