Solitoni iperveloci per viaggiare ad una velocità superiore a quella della luce
Viaggiare ad una velocità superiore a quella della luce richiederebbe enormi quantità di particelle ipotetiche e stati della materia con proprietà fisiche esotiche, come la densità di energia negativa. Uno scenario ad oggi non attuabile in quantità praticabili.
Tuttavia, una nuova ricerca condotta presso l’Università di Göttingen aggira questo problema costruendo una nuova classe di “solitoni” iperveloci che consentirebbero di viaggiare a qualsiasi velocità.
Ciò riaccende il dibattito sulla possibilità di viaggiare più veloci della luce sulla base della fisica convenzionale.
LO STUDIO
L’autore dell’articolo, il dottor Erik Lentz, ha analizzato la ricerca esistente e ha scoperto lacune in precedenti studi sulla “trasmissione a curvatura”. Lentz ha notato che esistevano configurazioni di curvatura spazio-temporale ancora da esplorare organizzate in “solitoni” che hanno il potenziale per risolvere il puzzle pur essendo fisicamente praticabili.
Un solitone, in questo contesto chiamato anche “bolla di curvatura”, è un’onda compatta che mantiene la sua forma e si muove a velocità costante.
Lo scienziato ha derivato le equazioni di Einstein per configurazioni di solitoni inesplorate (dove le componenti del vettore di spostamento della metrica spazio-temporale obbediscono a una relazione iperbolica), trovando che le geometrie spazio-temporali alterate potrebbero essere formate in un modo che funziona anche con fonti di energia convenzionali.
Se si potesse generare energia sufficiente, le equazioni utilizzate in questa ricerca consentirebbero un viaggio di andata e ritorno verso Proxima Centauri in decenni. Tenendo conto che l’attuale tecnologia missilistica impiegherebbe più di 50.000 anni per il viaggio di sola andata, sarebbe un risultato eccezionale.
Inoltre, tali bolle di curvatura sarebbero configurate per contenere una regione con forze di marea minime, in modo tale che il passare del tempo all’interno del solitone corrisponda al tempo all’esterno: un ambiente ideale per un veicolo spaziale.
Ciò significa che non ci sarebbero le complicazioni del cosiddetto ‘paradosso dei gemelli‘ per cui un gemello che viaggia alla velocità della luce invecchierebbe molto più lentamente dell’altro che è rimasto sulla Terra.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Classical and Quantum Gravity.