Published On: Mer, Mar 17th, 2021

Dov’è finita l’acqua di Marte?

Marte un tempo ospitava oceani profondi, laghi, fiumi e pozze d’acqua. E’ un’evidenza ormai riconosciuta in ambito accademico, acquisita attraverso studi e immagini superficiali.

Gli oceani che ricoprivano l’intero pianeta arrivavano ad una profondità compresa tra 100 e 1500 metri; un volume più o meno equivalente alla metà del nostro Oceano Atlantico. Tuttavia, un miliardo di anni dopo, il pianeta divenne brullo come lo vediamo oggi. Dove l’acqua sia finita è motivo di dibattito.

IL NUOVO STUDIO

La teoria più accreditata è che essa sia fuggita nello spazio a causa della bassa gravità marziana. Sebbene una parte abbia effettivamente lasciato Marte per tale motivo, un nuovo studio condotto dal Caltech e dal JPL di Pasadena sostiene che buon parte di essa sia ancora li, intrappolata nelle rocce.

Il team, attraverso l’analisi di meteoriti e ai dati dei rover, ha studiato la quantità di acqua su Marte in tutte le sue forme, oltre all’attuale composizione chimica dell’atmosfera, guardando in particolare al rapporto tra deuterio e idrogeno.

Credits: NASA / JPL / JHUAPL / MSSS / BROWN UNIVERSITY

L’acqua è composta da idrogeno e ossigeno. Tuttavia, non tutti gli atomi di idrogeno sono uguali. La stragrande maggioranza degli atomi di idrogeno ha un solo protone all’interno del nucleo atomico, mentre una piccola frazione (circa lo 0,02%) esiste come deuterio, o cosiddetto idrogeno “pesante”, che ha un protone e un neutrone nel nucleo.

L’idrogeno più leggero ha un tempo più facile per sfuggire alla gravità del pianeta rispetto alla sua controparte più pesante. Per questo motivo, la fuoriuscita dell’acqua di un pianeta attraverso l’alta atmosfera lascerebbe un segno rivelatore sul rapporto tra deuterio e idrogeno nell’atmosfera del pianeta. 

LA DISPONIBILITA’ D’ACQUA SI SAREBBE RIDOTTA NEL TEMPO

Quando l’acqua interagisce con la roccia, gli agenti atmosferici chimici formano argille e idrati che contengono acqua come parte della loro struttura minerale. Questo processo si verifica sia sulla Terra che su Marte. Poiché la Terra è geologicamente attiva, la vecchia crosta si scioglie continuamente nel mantello e forma nuova crosta ai confini delle placche, riciclando l’acqua e altre molecole nell’atmosfera attraverso il vulcanismo. Marte, tuttavia, è per lo più tettonicamente inattivo, e quindi il prosciugamento della superficie, una volta che si verifica, è permanente.

La fuga atmosferica ha chiaramente avuto un ruolo nella perdita d’acqua, ma i risultati dell’ultimo decennio delle missioni su Marte hanno indicato che c’era questo enorme serbatoio di antichi minerali la cui formazione ha certamente ridotto la disponibilità di acqua nel tempo.

NUOVI DATI

Ora, il team prevede di continuare a utilizzare i dati della composizione minerale e isotopica per determinare il destino dei minerali contenenti azoto e zolfo. Inoltre, utilizzando esperimenti di laboratorio che simuleranno i processi di alterazione atmosferica marziana, saranno esaminati quelli mediante i quali l’acqua superficiale di Marte è andata persa.

Lo studio, pubblicato dall’autorevole rivista Science è stato presentato alla Lunar and Planetary Science Conference (LPSC).

About the Author

- E' un giornalista scientifico, regolarmente iscritto all'albo nazionale. Si occupa di cronaca scientifica e duvulgazione dal 2011, anno di inizio del suo praticantato. Sin dal 2007 ha condotto numerosi studi sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica, alcuni dei quali in collaborazione con l'ArpaV.