L’artico era un tempo verde e rigoglioso, ma potrebbe tornare ad esserlo
L’isola di Baffin si trova sul lato nord-orientale del Canada artico, separata dalla Groenlandia dalla baia di Baffin e dallo stretto di Davis, nel territorio del Nunavut. È l’isola più grande del Canada e la quinta isola più grande del mondo, con una catena montuosa che corre lungo il bordo nord-orientale.
Qui, dove il clima è parecchio ostile regna la tundra, con temperature medie annue di -9.5°C. Tuttavia, l’Artico 125.000 anni fa era verde, rigoglioso, con arbusti legnosi sino alla costa canadese dell’Oceano omonimo.
LA SPEDIZIONE
E’ quanto sostiene l’Università del Colorado, che ha analizzato il DNA delle piante recuperato dai sedimenti lacustri che conservano ciò che rimane del periodo interglaciale.
Armati di gommoni e slitte, e con un occhio attento ai temibili orsi polari, i ricercatori, scavando anche 10 metri in profondità, hanno trovato il DNA della Betulla Nana che attualmente non sopravvive oltre la parte meridionale dell’Isola.
Tra 116.000 e 125.000 anni fa, queste piante hanno avuto migliaia di anni per adattarsi e muoversi in risposta alle temperature più calde.
Oggi, il rapido surriscaldamento probabilmente non consentirà alla vegetazione di stare al passo, ma ciò non significa che non giocherà un ruolo importante; dallo scioglimento del permafrost a quello dei ghiacciai e all’innalzamento del livello del mare.
Le carote di fango ottenute hanno viaggiato sino ai laboratori dell’Università di Curtin (Australia), dove gli scienziati hanno assunto l’aspetto di astronauti in un ambiente ultra pulito.
Il tutto si è dovuto svolgere nel minor tempo possibile, dal momento che il fango dopo un certo periodo, avrebbe cominciato a degradarsi.
A differenza dei campioni prelevati dal permafrost, quelli lacustri non congelano, e sono quindi soggetti alla degradazione.
La ricostruzione della vegetazione storica è stata eseguita utilizzando registrazioni di pollini fossili, che si conservano bene nei sedimenti. Ma il polline tende a mostrare solo il quadro generale, poiché viene facilmente trasportato dal vento.
La nuova tecnica utilizzata ha permesso loro di estrarre il DNA vegetale direttamente dal sedimento, sequenziarlo e dedurre quali specie di piante vivessero lì in quel momento.
LO SCENARIO FUTURO
Questa ricerca ha anche posto le basi per studiare più delle semplici piante. Nei campioni di DNA del sedimento lacustre ci sono segnali da un’intera gamma di organismi che vivevano dentro e intorno al lago. Ora che l’Artico si sta surriscaldando molto più velocemente rispetto a qualsiasi altra area del pianeta, è probabile che il futuro riservi lo scenario visto nei sedimenti. E dai dati a disposizione non sarebbe così lontano nel tempo.