I fulmini hanno avuto un ruolo fondamentale nelle origini della vita
Secondo i geologi dell’Università di Leeds, i fulmini hanno ricoperto un ruolo fondamentale affinché si creassero condizioni ideali allo sviluppo della vita.
Tanto quanto i minerali consegnati alla Terra dalle meteoriti più di 4 miliardi di anni fa.
Secondo gli scienziati che hanno condotto lo studio, la vita, pertanto, potrebbe svilupparsi su pianeti simili alla Terra attraverso condizioni meteorologiche ideali.
L’intuizione è nata studiando un campione eccezionalmente grande e incontaminato di fulgurite, una roccia creata quando un fulmine colpisce il suolo. L’intento originale era quello di scoprire la sua formazione, quando è stata notata la presenza di schreibersite, un minerale insolito contenente fosforo.
IDEE CONTRASTANTI
Le teorie più accreditate sostengono che la vita sulla Terra abbia avuto origine in acque superficiali poco profonde, seguendo il famoso concetto di “stagno caldo” di Darwin. Inoltre, la maggior parte dei modelli sostiene che le meteoriti abbiano trasportato piccole quantità di schreibersite.
Tuttavia, il nuovo studio dimostra come la quantità di questo minerale nella fulgurite fosse relativamente grande.
I fulmini colpiscono frequentemente la Terra, il che implica che il fosforo necessario per l’origine della vita non si basi esclusivamente sull’arrivo di meteoriti. E ciò implica la possibilità, sulla Terra e non, di innescare la vita anche laddove arrivi una piccola quantità di rocce spaziali.
Non solo, il team stima che i minerali di fosforo prodotti dai fulmini abbiano superato quelli delle meteoriti quando la terra aveva circa 3,5 miliardi di anni, rendendoli protagonisti per la vita sul pianeta. Anche perché, essendo le scariche elettriche meno distruttive dei corpi rocciosi spaziali, essi avevano meno probabilità di interferire con i delicati percorsi evolutivi in cui la vita poteva svilupparsi.
Lo studio apre le porte a diverse indagini, tra cui la ricerca e l’analisi approfondita della fulgurite in un ambiente simile alla Terra primordiale. Ciò aumenterebbe la nostra comprensione della sua importanza nel modificare l’ambiente chimico nel tempo.
La ricerca è stata pubblicata su Nature Communications.