L’Aquila, considerazioni 12 anni dopo quel 6 aprile 2009
Sono trascorsi 12 anni da quel terribile 6 aprile 2009. La terrà tremo alle 3:32 di notte toccando una magnitudo di 5,9 sulla scala Richter. Il capoluogo abruzzese, così come molti comuni vicini, furono svegliati nella notte da una scossa che avrebbe cambiato per sempre la vita di molte persone.
309 furono le vittime di quella scossa, 70.000 gli sfollati e i danni alla città de L’Aquila furono ingenti. Fu grandissima la mobilitazione in termine di soccorsi con la Protezione Civile Nazionale sempre in prima linea. Tutto il Mondo abbracciò L’Aquila e l’Abruzzo, ma dopo il clamore iniziale, come tutte le cose, sono un pò calati i riflettori.
Dopo l’evento è iniziata la ricostruzione, non sempre veloce, e spesso vittima stessa della burocrazia e delle difficoltà di ricostruire i centri storici. Oggi la ricostruzione privata è quasi completata ed è pari a quasi l’85%, mentre gli edifici pubblici sono un pò più indietro e si parla del 60%. Piano piano il centro storico prende vita, ma, complice il Covid19, tutto stenta a decollare. Insieme al terremoto in questi anni ci sono state la crisi economica e oggi la pandemia e dunque di certo il contesto per ripartire non è semplice.
Purtroppo in questi anni, nel 2016, a circa 50 km da L’Aquila c’è stato il grave terremoto di Amatrice, Accumuli e Arquata. Le dinamiche sono state simili e le vittime praticamente nello stesso numero del sisma aquilano. Dobbiamo essere purtroppo coscienti che non sarà molto più facile essere più veloci in queste località. I danni forse sono ancora maggiori ed essendo piccole località di montagna, sarà forse più complicato. Una cosa è certa e l’abbiamo imparata, la burocrazia, il dover fare rinascere un luogo, il ripensare ad una nuova urbanistica e la ricostruzione in generale hanno bisogno di tempo ed è oggettivamente difficile essere molto più veloci.
Un’altra cosa importante è comunque non dimenticare queste tragedie e cercare di fare il possibile dal punto di vista della prevenzione, affinché questi eventi non siano traumatici. Sappiamo che se le strutture sono antisismiche tante tragedie si possono evitare, ma da questo punto di vista l’Italia intera ha ancora molto da fare e purtroppo ci si dimentica in fretta l’enorme rischio sismico a cui è sottoposto il nostro Paese.
Fonti Consultate: Rai News, Huffington Post