Ponte sullo Stretto? Una soluzione alternativa da transizione ecologica
Abbiamo già trattato il tema del collegamento permanente fra Calabria e Sicilia che è diventato nuovamente di attualità. Qualche mese fa vi avevamo parlato della soluzione del tunnel sottomarino (tipo quello della Manica) evidenziando delle perplessità sulla soluzione proposta.
Tutta l’attenzione è da sempre focalizzata sul ponte o su altre infrastrutture. Ma qualcuno si è mai posto il problema di analizzare la situazione attuale è provare a migliorarla? Probabilmente sì, ma non vi sono molte tracce. Per la cronaca, nello Stretto, transitano circa mediamente 2,5 milioni di automezzi (fra auto e mezzi pesanti) ogni anno.
In tempi di transizione ecologica forse è importante provare a dare una risposta con questa chiave. Lo stesso Ministro Cingolani, pur ammettendo di non conoscere bene il progetto del ponte, si ritiene perplesso sulla realizzazione del ponte a campata unica più lungo del mondo. Ricordiamo che lo Stretto è interessato da diverse aree protette della Rete Natura 2000 istituita dall’Unione Europea. Ci sono dunque altre soluzioni?
Proprio dalle pagine di GeoMagazine.it abbiamo parlato della mobilità sostenibile in mare insieme all’ing. Leonardo Spacone, esperto di mobilità elettrica e promotore del progetto SeaX1. Così insieme a lui è nato il progetto SeaXbridge. Un modo diverso di vedere la mobilità nello Stretto di Messina.
Il motto è elettrificare i traghetti. Banale? Forse. Diverse società si occupano di traghettare nello Stretto e le navi, tutto con motori termici, percorrono sempre la stessa identica tratta andata e ritorno. Dunque essendo il tracciato molto corto e dovendosi ad ogni tratta fermarsi per scaricare le auto e i mezzi pesanti, c’è il tempo per una ricarica rapida che permetta di ripartire alla volta della sponda opposta. I traghetti elettrici sono già una realtà in Scandinavia, dunque è quasi come scoprire l’acqua calda.
Ovviamente insieme all’elettrificazione del trasporto marittimo bisogna ripensare a tutta la logistica dei trasporti nell’area dello Stretto. Ottimizzare il tutto in maniera smart per velocizzare il traghettamento e differenziare l’offerta per le varie esigenze. Insieme a questo va anche rivista l’urbanistica degli accessi ai due porti di Villa San Giovanni e Messina. L’obiettivo è togliere il traffico dalle due cittadine che è un traffico esclusivamente di transito e non di sosta. Ad esempio è possibile pensare a dei passanti stradali come fatto in alcune grandi città italiane per le ferrovie (Vedi Torino e Bologna) che sono state interrate.
Questa soluzione può essere una alternativa al ponte, ma può anche essere una soluzione facilmente realizzabile, economica e temporanea in attesa che il ponte veda la luce. Di certo non sarà prima del 2030 anche ipotizzando che i lavori partano domani.